“Non c’è mai fine al peggio. In questi giorni assistiamo ad azioni deliranti da parte dell’amministrazione tant’è che la bozza del disegno di legge delega in ambito fiscale contiene una revisione della disciplina dell’interpello che si pone l’obiettivo di limitare il ricorso a questo istituto chiedendo il pagamento per ogni singola richiesta inoltrata. Tale impostazione è da ritenersi a dir poco discutibile, visto che questo istituto nasce soprattutto per interpretare norme che sono non di facile interpretazione e applicazione”. Lo rileva il presidente di Anc Ragusa, Rosa Anna Paolino, che aggiunge: “A nostro avviso, come Anc Ragusa, il legislatore non dovrebbe preoccuparsi di limitare, mettendo un obolo, le richieste di interpello, ma dovrebbe interrogarsi semmai del perché queste vengono sollevate. Non sarà perché in questo Paese si fanno norme disorganiche, confuse, che spesso dicono tutto e il contrario di tutto? Non sarà perché ormai una circolare esplicativa dell’Agenzia delle Entrate è più importante della norma stessa? In uno Stato civile non è immaginabile che una attività di cui è responsabile lo Stato, com’è quella di assicurare la certezza delle norme per consentire una loro corretta applicazione da parte dei contribuenti, possa essere considerata alla stregua di un servizio, per il quale, se richiesto, prevedere il pagamento di una somma. Siamo veramente al paradosso. Se poi l’Agenzia delle Entrate si propone anche d’interpretare le norme fiscali va a finire che l’AdE non ha più un ruolo di terzietà. In ambito fiscale sono i commercialisti che dovrebbero rivendicare una centralità che è data dalla loro oggettiva competenza, in modo qualificato e riconosciuto, fornendo indirizzi interpretativi e prassi operative nell’ambito della legislazione tributaria, ciò a vantaggio non solo dei professionisti ma di tutta la collettività”. “Fa specie – continua ancora Paolino riprendendo le lagnanze che a livello nazionale sono state esternate, in maniera congiunta, dai rappresentanti delle associazioni sindacali di categoria – che i nostri vertici istituzionali della categoria non abbiano ancora acquisito la consapevolezza di ciò che fino ad oggi non è stato fatto per cambiare lo stato delle cose. Occorre agire in fretta per avviare un percorso attraverso il quale la nostra categoria acquisisca autorevolezza quale soggetto riconosciuto per l’interpretazione delle norme fiscali. Occorre agire con decisione per fare emergere le criticità sempre più eclatanti, restituendo alla verità che niente va bene in tema fiscale: né l’attività di compliance, né il rapporto di reciproca collaborazione tra cittadino e amministrazione, né l’evasione delle pratiche tramite Civis, né tantomeno la possibilità di andare a parlare con i funzionari per discutere delle richieste avanzate dall’AdE, come invece vuole fare credere l’amministrazione. Anc Ragusa, sposando in pieno le politiche delle sigle sindacali nazionali, chiede il cambio di rotta al nostro Consiglio nazionale e pretende che non ci si appiattisca sulla mancata autorevolezza che fino a oggi la nostra categoria non è riuscita ad ottenere”.
- 11 Dicembre 2024 -