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Oggi si celebra “Il Giorno del Ricordo” vittime delle foibe

Mattarella: un carico di dolore e di sangue volutamente negato non solo dalle dittature
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Oggi l’Italia celebra il Giorno del Ricordo e rende il suo tributo ai martiri delle foibe e agli italiani costretti ad abbandonare le loro case e terre per il solo fatto di essere italiani. Il presidente Mattarella ha ricordato che “quel lembo di terra bagnato dall’Adriatico” – dove “per lungo tempo si è esercitata, con fatica e con fasi alterne, la convivenza tra etnie, culture, lingue, religioni, riconoscendo tutti gli orrori della prima metà del Novecento, passando senza soluzione di continuità dall’occupazione nazifascista alla dittatura comunista di Tito”. Il capo dello Stato ha anche sottolineato come “nessuno deve avere paura della verità”, perché la verità rende liberi. Al contrario, tutte le dittature falsano la storia, manipolando la memoria, nel tentativo di imporre la verità di Stato. Centinaia di migliaia di nostri connazionali obbligati a fuggire e che la Nazione non seppe accogliere come sarebbe stato giusto fare. La legge, ha aggiunto il capo dello Stato, vuole “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Poi Mattarella ha voluto mettere l’accento sul fatto che “la civiltà della convivenza, del dialogo, del diritto internazionale, della democrazia è l’unica alternativa alla guerra e alle epurazioni, come purtroppo ci insegnano – ancora oggi – le terribili vicende legate all’insensata e tragica invasione russa dell’Ucraina. Un inaccettabile tentativo di portare indietro le lancette della storia, cercando di ritornare in tempi oscuri, contrassegnati dalla logica del dominio della forza”. Mentre la premier Giorgia Meloni parlando della ricorrenza ha ricordato: “è stata per troppi anni vittima di una vera e propria congiura del silenzio. La Repubblica ha ricucito questa pagina dolorosa della storia nazionale con la legge n. 92 del 30 marzo 2004″.  Significativa la commovente poesia di Bepi Nider che il Comune di Pordenone ha posto all’entrata del Parco dei laghetti della Burida in frazione Rorai Grande, intitolato Parco Martiri delle Foibe.

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