Il governo francese ha presentato la controversa riforma delle pensioni che mira ad aumentare l’età pensionabile per i lavoratori, che ha dato vita nell’ultima settimana a massicce manifestazioni di protesta in tutta la nazione. Il governo di Macron, tuttavia, non ha ceduto, alle richieste dei sindacati, che dal canto loro intendono ampliare ulteriormente la mobilitazione che già la scorsa settimana ha paralizzato e messo in ginocchio il Paese. Il rinvio dell’età di pensionamento da 62 a 64 anni, misura emblematica della riforma, è stato bocciato all’unanimità oltre che dai sindacati, anche dalla maggioranza dell’opposizione e dei francesi. Il capo dello Stato, che domenica ha promesso una “apertura” al programma che prevedeva inizialmente un’età pensionabile a 65 anni per tutti, non si espresso chiaramente sull’età pensionabile che presumibilmente sarà anticipata di un anno (64 anni). Dopo una prima giornata di massicce proteste, che ha radunato la settimana passata, tra uno e due milioni di persone nelle strade e la susseguente manifestazione giovanile di sabato, seguiranno scioperi e manifestazioni previste per il prossimo 31 gennaio. L’inedita opzione dell’esecutivo di ricorrere all’articolo 47, comma 1, della Costituzione che consente di adottare rapidamente il testo, ha infastidito anche a numerosi deputati, oltre che agli stessi sindacati, poiché violerebbe la discussione parlamentare. La sessione plenaria dell’Assemblea nazionale (camera bassa) inizierà a discutere il disegno di legge il 6 febbraio, per poi passare per l’approvazione al Senato (camera alta). I partiti di sinistra e l’opposizione di estrema destra hanno già annunciato che voteranno contro.