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L’11 Gennaio 1693 un terremoto devasta la Sicilia

Tempo di lettura: 2 minuti

Il sisma del 1693 è un evento di cesura e/o fa da cerniera con il passato per tutte le città della provincia iblea in cui le elite furono costrette a prendere delle decisioni importanti per le popolazioni di ogni singolo nucleo urbano. La domanda che si posero le comunità colpite dal terremoto fu se restare o abbandonare i luoghi terremotati: Modica rimase. In città si contarono 3.400 morti. La ricostruzione non avvenne su una tabula rasa ma sulla base di quanto era rimasto in piedi e sulla possibilità del restauro delle architetture lesionate o crollate solo in parte, quantomeno nella prima fase tra la fine del Seicento e il primo decennio del Settecento.
L’11 gennaio del 1693 la Sicilia venne sconvolta da un fortissimo terremoto: allo stato attuale questo evento sismico è considerato il più forte fra quelli avvenuti negli ultimi mille anni in Italia.

Una scossa di magnitudo 7.4 colpì la costa orientale della Sicilia, tra Catania e Siracusa. Passato alla storia come il “terremoto del Val di Noto“, il devastante sisma distrusse più di 45 centri abitati causando almeno 60 mila vittime. Le scosse furono così potenti da dare vita a un devastante maremoto nel mar Ionio, le cui onde arrivarono fino in Grecia. Il terremoto giunse al culmine di uno sciame sismico durato qualche giorno: due giorni prima, la sera del 9 gennaio 1693, un altro forte terremoto, ma meno violento di quello dell’11, interessò la zona, facendo crollare alcuni edifici e provocando dei morti. Il sisma che si verificò l’11 gennaio fu seguito, nei due anni successivi, da più di 1.500 scosse d’assestamento.

Gli effetti del sisma, secondo quanto riporta il catalogo dei forti terremoti italiani CFTI4Med, furono catastrofici: venne raggiunta in certe zone l’intensità XI nella scala Mercalli, il che equivale a dire distruzione totale dei manufatti antropici. “La città di Catania – riporta il database CFTI4Med – fu quasi del tutto distrutta, così come Acireale e tutti i piccoli insediamenti sparsi sul versante orientale dell’Etna“. “Distruzioni vastissime si verificarono in tutti i centri del Val di Noto: Vizzini, Sortino, Scicli, Ragusa, Palazzolo Acreide, Modica, Melilli, Lentini, Ispica, Occhiolà, Carlentini, Avola, Augusta, Noto“. “Crolli molto estesi subirono Siracusa, Caltagirone, Vittoria, Comiso“.

In ben 70 centri abitati l’intensità del terremoto fu maggiore o uguale al IX grado MCS. Crolli e danni gravi ci furono anche a Messina e in alcuni centri della costa nord-orientale, fra cui Patti e Naso; lesioni e crolli parziali si ebbero a Palermo, Agrigento, Reggio Calabria e, più gravi, a Malta; danni più leggeri ci furono in alcuni centri della Calabria meridionale.

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6 commenti su “L’11 Gennaio 1693 un terremoto devasta la Sicilia”

  1. Che senso ha rievocare tale evento, senza far presente che si potrebbe ripresentare?
    Nel Piano Zamberletti “Big One” ( grosso uno ) potrebbe verificarsi con la stessa entità, ma con numeri più catastrofici.
    Terremoti simili tornano a verificarsi ciclicamente ( di media ogni 300 anni )
    Per questo , nel corso dei decenni passati si sono svolte delle esercitazioni ( SOT – Sicilia Orientale Terremoti ) coinvolgendo le Istituzioni TUTTE.

  2. Nelle previsioni si ipotizzano un numero più che triplo di vittime, ed un numero di feriti radente il mezzo milione.
    Altresì si ipotizza, entro 5 gg l’evacuazione totale del territorio colpiti, per evitare il diffondersi di “patologie infettive da disastro”.
    Riflettendoci sopra, potremmo meglio prepararci ad un tale evento.
    Ma il nostro tipico fatalismo, ci induce a non volerci pensare, né a prepararci meglio.

  3. I Giappone eventi simile sono ricorrenti, ed è per questo che Tutti sanno cosa fare e come muoversi.
    Li si convive con i terremoti, senza morirne ( oggi di terremoti non si muore), ma da noi è cosa ben diverse.
    Sotto gli occhi di tutti, i dati di vittime e feriti, di terremoti medio-forti succedutisi negli ultimi decenni.
    Purtroppo la VULNERABILITÀ del nostro territorio è ancora ELEVATISSIMA.

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