
“La malattia Covid è malattia anche se non si hanno sintomi. Non è così per l’Inps che, a quanto apprendiamo da alcune segnalazioni pervenute da lavoratrici e lavoratori affetti da Covid-19, non riconosce l’indennità di malattia ai lavoratori dipendenti del settore privato che abbiano contratto il virus Sars-CoV-2, ma che non mostrano una sintomatologia evidente”. E’ quanto sottolinea la segretaria dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, che fa riferimento ad alcuni casi accaduti nell’area iblea. “Davvero incredibile, considerata l’attuale normativa – ci riferiamo all’articolo 4 del decreto legge 24 marzo 2022 n. 24 convertito in legge 19 maggio 2022 n. 52 e alla circolare del ministero della Salute n. 19680 del 30 marzo 2022 – che, ancora oggi, impone l’isolamento ai soggetti contagiati che abbiano effettuato un test molecolare o antigenico, con risultato positivo. Disposizioni, tra l’altro, recepite nel protocollo nazionale anti-contagio, aggiornato il 30 giugno scorso, nel paragrafo concernente la riammissione al lavoro dopo l’infezione Covid-19. Il mancato riconoscimento dell’indennità di malattia per le lavoratrici e i lavoratori affetti da Covid-19 e costretti, per legge, all’isolamento fiduciario – spiega ancora Carasi – è per tutti noi di assoluta gravità, ancora di più se apprendiamo che alla base di tale mancato riconoscimento vi è un evidente errore di interpretazione sulle causali del certificato di malattia stesso. La causale “Isolamento da Covid”, infatti, riportata dai medici di famiglia su alcuni certificati di malattia, rimanderebbe – secondo l’interpretazione data dall’Inps – alle disposizioni sulla quarantena contenute all’articolo 26, comma 1 del c.d. Cura Italia, che prevede l’equiparazione a malattia del periodo trascorso in quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva per i lavoratori dipendenti del settore privato e che era in vigore solo fino al 31 dicembre scorso. La malattia conclamata Covid-19, invece, sia essa con sintomi o senza sintomi, e che richiede quindi l’isolamento fiduciario, deve essere – per noi – trattata come qualsiasi altra malattia e secondo quanto disposto, e tutt’ora in vigore, all’articolo 26, comma 6 del c.d. Cura Italia, già menzionato. Non possiamo assolutamente permettere che ai lavoratori e alle lavoratrici, sottoposti al regime di isolamento, perché affetti da Covid-19, venga decurtato il loro stipendio. Ecco perché chiediamo all’Inps di fare chiarezza e di porre rimedio urgente a quanto sta avvenendo in merito al riconoscimento dei certificati di malattia Covid-19”.
1 commento su “Il Covid è tale anche senza sintomi. Non si decurtino stipendi”
L’influenza chiamata Covid, è tenuta in vita politicamente e necessita di particolari attenzioni e cure per poterla portare avanti sempre con fare criminale. I disagi e le ambiguità così prodotti, alimentano sempre più confusione e di conseguenza si tiene alto l’interesse al virus per tenere i cittadini con l’ansia e con la paura. Oltretutto non ti riconoscono la malattia però ti impongono il vaccino per potere lavorare. Figuriamoci poi tutti quelli che hanno (e sono molti) complicanze di eventi avversi post vaccino che nessuno vuole riconoscere come concausa e quindi non risarcito. Questo è un altro motivo che per non divulgare i dati sui sieri li hanno segregati come “segreto militare”. Quindi essendo un segreto militare, anche un giudice che non può avere i dati scientifici dei sieri segregati e farli valutare dai suoi esperti, ha problemi ad emettere una sentenza a favore del lavoratore. Poi se ci metti anche i medici compiacenti che non vogliono ammettere che il vaccino è la causa scatenante dei decessi o delle malattie gravi e permanenti, allora tutto viene in discesa per favorire i Big Pharma e gli illuminati atlantisti. In molti casi i giudici ci sono riusciti integrandoli nel proprio posto di lavoro e risarciti del pregresso, in molti altri a causa di questo segreto militare non possono emettere sentenze a favore del cittadino morto o danneggiato irreversibilmente dal vaccino.
Con un semplice mal di testa un lavoratore sta a casa per malattia (pagata), con una influenza definita letale, invece non è riconosciuta come malattia.
Come può essere possibile una cosa del genere? Semplice, se l’Inps deve pagare tutte le cause dovute al virus prima e ai vaccini dopo, (che sono molto più del virus) l’Azienda Italia rischia di andare in bancarotta assieme agli amici atlantisti europei.
Ora la sig.ra Carasi si prende a cuore i lavoratori, quando hanno imposto il vaccino per potere solo lavorare, Lei e i suoi colleghi assecondavate tutto questo senza un minimo di esitazione, oggi tutti indistintamente cercate di pulirvi l’anima e apparire come i difensori dei “diritti dei lavoratori”. Ancora non abbiamo visto cosa ci pioverà addosso, El Pais, quotidiano spagnolo , ammette che i decessi di luglio 2022 sono del 500% maggiori rispetto alla media degli altri anni.
Da adesso in poi per l’apparato che ha sostenuto la fiction Covid, sarà un inferno. Ormai non sanno più come nascondere ed occultare i decessi e gli eventi avversi, molti medici e giornalisti iniziano a parlare e la tenaglia si restringe sempre più verso i colpevoli dei crimini contro l’umanità. L’inferno per tutti gli attori diretti e indiretti della fiction Covid sarà il vostro paradiso.