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Messico. LGBTIQA+: in migliaia in marcia a Città del Messico

Tempo di lettura: 2 minuti

Dopo due anni di assenza a causa della pandemia la comunità LGBTIQA+ (lesbiche, gay, bisex, transgender, queer, intersessuali, asessuali e altro ancora..) sono ritornati in piazza a Città del Messico, in occasione della 44a edizione del Pride-March. A cosa serve la marcia? Serve a difendere i diritti della diversità di orientamento sessuale in Messico, una delle società più maschiliste e con il più alto tasso di criminalità nei confronti di questa comunità. Migliaia di manifestanti con le loro bandiere arcobaleno, canti, manifesti e espressioni le più variopinte, si sono riuniti dalle prime ore mattutine davanti all’Angelo dell’Indipendenza manifestando la loro gioia all’appartenenza. La marcia è proseguita attraverso il Paseo de la Reforma e si è conclusa con una serata culturale nella mitica piazza Zocalo della capitale. Diritto alla diversità di orientamento sessuale che ha ottenuto il sostegno di diverse personalità messicane, tra le quali quella del sindaco, Claudia SheinBaum, del presidente del Consiglio cittadino per la sicurezza e la giustizia di Città del Messico, Salvador Guerrero Chiprés, accompagnato da Laura Borbolla Moreno, coordinatrice dell’Indagine sui reati di genere. Ares uno degli organizzatori del pride-march, ha affermato che “la marcia aiuta le persone che non hanno avuto l’opportunità di esprimere il proprio orientamento sessuale, o hanno paura di dichiararlo, perché il Messico è una nazione molto sessista e omofoba”. Al fine di garantire il regolare svolgimento della manifestazione il segretariato per la sicurezza e incolumità dei cittadini (SSC) ha schierato 1.800 agenti di polizia e altri 355 agenti lungo il tragitto. Gli organizzatori hanno esortato i partecipanti a mantenere diverse misure sanitarie come l’uso di mascherine e gel antibatterico, oltre al dovuto distanziamento sociale (la foto in realtà dimostrerebbe il contrario). L’International LGBTIQ+Pride Day in realtà si celebra nel mondo ogni 28 giugno per commemorare le mobilitazioni di quella comunità portate avanti dal 1969 giorno in cui protestarono contro le molestie e violenze dopo il raid della polizia al bar Stonewall Inn, situato nel quartiere del Greenwich Village di Manhattan a New York . Sei giorni di scontri violenti tra polizia e comunità gay di Manatthan che hanno segnato la nascita del movimento negli Stati Uniti e nel mondo.

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1 commento su “Messico. LGBTIQA+: in migliaia in marcia a Città del Messico”

  1. Personalmente non sono contrario alle diversità!
    Sono contrario all’enfatizzare la diversità, come se chi è normale si deve vergognare di esserlo.
    Mi sembra che siamo arrivati alla schizofrenia impulsiva collettiva. Ad esempio, Ken, (il compagno di barbie) è incinta, o incinto non saprei, questo fa parte del gender, quindi non possiamo parlare più di diversità, qua si parla di distruzione dei valori, della famiglia e di tutto ciò che rappresenta o rappresentava l’uomo. Ovviamente tutto questo deve partire dai bambini, ed ecco che sono bombardati di giocattoli, cartoni, pubblicità e tutto ove possono assorbire informazioni in tal senso. Tutto questo è abominevole! Un bambino impara da ciò che vede, quindi normalizzare un Ken incinto lo acquisisce come tale. Il problema è quando cresce, capendo, si smarrirà, perché la realtà è diversa da quella imparata. Quindi sarà un essere confuso per tutta la vita, essendo confuso, crederai qualsiasi cosa ti si dica. Oggi a un bambino gli lasciamo esprimere ciò che sono, ma in realtà dicono quello che hanno imparato dai grandi.
    Ritornando ai LBTGQ+XYZ elevato al quadrato, posso capire le inclinazioni sessuali fino ad un certo punto. I gay, e mettiamoci anche i trans soddisfano la loro sessualità in questo modo, e a chi frega?
    Però se questa loro natura la debbono manifestare in modo volgare, cioè che non possiamo discriminarli e accettare che pomiciano tranquillamente per strada. Be, l’atto osceno in luogo pubblico non è solo per gli etero, è per tutti. Questo è come dobbiamo pensare, i normali (non so se si può dire questa parola) saremo discriminati perché “anomali”.

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