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Ecobonus, 33mila imprese a rischio. L’allarme del Presidente Nazionale Cna

Durante il suo intervento di questa mattina a Ragusa
Tempo di lettura: 2 minuti

“A causa della guerra abbiamo nuovi scenari sugli ecobonus: le famiglie non riescono a fare gli interventi e le imprese non possono realizzare gli investimenti. E’ una mancanza di rispetto verso gli italiani. L’impegno fino al 2023 va mantenuto. Secondo una nostra indagine, quello che sta accadendo può portare alla morte di 33mila piccole imprese. Se non sono ancora chiaro dico che 160 mila persone perderanno il lavoro”. Ha gelato la platea il presidente nazionale della Cna, Dario Costantini, intervenendo questa mattina a Ragusa, per la prosecuzione del suo tour che, da quando è stato eletto, il 14 dicembre dello scorso anno, lo sta vedendo presente in tutte le sedi territoriali della confederazione. A fare gli onori di casa il presidente della Cna territoriale di Ragusa, Giuseppe Santocono, assieme al segretario territoriale, Carmelo Caccamo. C’erano pure Sebastiano Battiato, presidente regionale Cna Sicilia, il segretario regionale Cna Sicilia Piero Giglione, il vicepresidente nazionale Giuseppe Cascone e i presidenti e i segretari delle Cna territoriali siciliane. L’iniziativa è stata voluta dalla Cna di Ragusa coinvolgendo tutto il sistema Cna Sicilia per ricordare anche Pippo Tumino, indimenticato dirigente dell’associazione di categoria, a 12 anni dalla prematura scomparsa.
Sulla questione dell’accesso al credito, oggetto principale del convegno tenutosi stamani dal titolo “Credito e finanza agevolata, opportunità per le imprese”, Costantini ha detto che “si tratta di un problema atavico per la sopravvivenza delle aziende. Adesso le imprese devono restituire i crediti. Va detto che i titolari non chiedono prestiti per comprare la Porsche, ma per creare investimenti in azienda e nel territorio. E se chiedono prestiti è perché chi gli ha commissionato il lavoro non paga e per abitudine non rispetta i pagamenti”. Altro tema molto sentito quello del caro gasolio che ha determinato lo sciopero non concertato degli autotrasportatori che ha mandato in tilt il comparto agricolo più di tutti. “In questa settimana – ha chiarito il presidente nazionale – abbiamo superato i 2 euro alla pompa. L’aumento dei prezzi è iniziato prima che la guerra scoppiasse. In questa regione avete più problemi di altre. Il trasporto via mare, i traghetti ad esempio, è un dramma. Alla viceministra Teresa Bellanova abbiamo chiesto che il prezzo dei traghetti possa essere messo in fattura, nel giro di un anno i prezzi sono aumentati dai 400 ai 1000 euro. I nostri autotrasportatori la notte non dormono sulle poltrone, poi devono guidare e c’è il problema sicurezza”.

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