Erano gli unici capi di Stato a non essersi recati a Kiyv per incontrare il presidente Zelensky. Ieri Draghi Macron e Scholz sono arrivati in treno nella capitale ucraina. Il premier italiano, il presidente francese e il cancelliere tedesco, i leader dei tre Paesi europei più importanti, hanno intrapreso assieme un viaggio che è la dimostrazione di quanto l’Europa sia riuscita a compattarsi attorno a un progetto di difesa e sostegno di un popolo aggredito a causa delle allucinazioni neoimperialiste di un individuo proiettato nel passato. L’iniziativa è partita da Draghi, che il 24 febbraio ha dichiarato quello che in questi mesi ha continuato a ripetere nelle varie occasioni: l’Ucraina deve difendersi e noi dobbiamo aiutarla a farlo, in tutti i modi, anche con l’invio di armi. La Russia non deve vincere. Che equivale a dire che deve perdere. Determinazione e diplomazia, spinta quest’ultima alle conseguenze estreme nella frase di Macron “Non dobbiamo umiliare Putin”, che si è guadagnato le critiche di Zelensky: il presidente francese venga a verificare di persona la brutalità dell’esercito invasore. In fondo, cosa ha sempre e solo chiesto Zelensky? Armi, di inviare le armi che servono a fermare l’aggressore che sta riducendo in macerie un Paese, uccidendo i suoi cittadini, calpestando la libertà all’autodeterminazione. Senza armi, l’Ucraina non esisterebbe più come Ucraina, che nella testa di Putin non è mai esistita. Prima di andare a Kiyv, Draghi ha dovuto probabilmente espugnare il muro d’incertezze di Scholz, un leader debole e confuso, troppo preoccupato per le imprese tedesche e troppo poco della tragedia di un popolo sotto assedio. L’altra faccia, quella negativa, della mentalità germanica, rigorosa fino all’intransigenza, che affiora quando l’inflazione sale e il Pil rischia di scendere. Macron e Scholz guardano alla politica interna, che è anche politica estera, e su questo fronte, Draghi sta dando una lezione di lucidità e pragmatismo. Il nostro premier “atermico”, come è stato definito non solo perché non indossa mai il cappotto, neanche con temperature polari, l’ex banchiere esperto di economia e finanza, nel rapporto tra economia e libertà, tra scelte di politica interna e politica estera, assegna alla libertà un ruolo fondamentale, che nel caso della guerra in Ucraina significa solidarietà nei fatti e capacità di visione. Il Financial Times, riferendosi a Draghi ha scritto: “L’approccio del premier con la Russia è uno dei più profondi cambiamenti di politica estera mai registrati in Europa da anni”. E’ stato Draghi, infatti, che per primo ha espresso la necessità di emanciparsi dalla dipendenza energetica di Mosca e in fatto di aiuti concreti a Kiyv, ha spinto perché la maggioranza votasse compatta per l’invio di armi all’Ucraina fino al 31 dicembre. “Siamo qui per portare sostegno incondizionato al popolo ucraino. Un popolo che si è fatto esercito per respingere l’aggressione della Russia e vivere in libertà. L’Europa deve avere lo stesso coraggio che ha avuto Zelensky”, ha detto Draghi ieri, evidenziando che l’Europa è concorde nell’ammissione dell’Ucraina allo status di paese alleato. I tre leader, con il presidente romeno Johannis, prima di incontrare Zelensky nel palazzo presidenziale, sono stati accompagnati a Irpin, una delle città martoriate dagli attacchi russi. Palazzi bombardati, case carbonizzate, ponti abbattuti, l’orrore e la devastazione che riportano indietro alla barbarie del passato. Il premier italiano ha osservato in silenzio, visibilmente commosso, lo scheletro di un’automobile dove i russi hanno assassinato una madre e i suoi due bambini, poi, guardandosi attorno “Ricostruiremo tutto”, ha detto. Macron e Scholz, forse prendendo atto della realtà, hanno promesso l’invio di armi “efficaci”, cioè pesanti , come Kiyv ha chiesto. Speriamo che alle parole seguano i fatti, dal momento che, finora, Boris Johnson, da solo, ha inviato al Paese il doppio delle armi fornite dall’Europa, tra cui missili a lunga gittata. E ci sono gli Stati Uniti che hanno stanziato un altro miliardo e fornito altre armi, arrivate a destinazione un paio di giorni fa. “Il viaggio non servirà a niente”, ha commentato il falco Medvedev, riferendosi ai tre leader come “mangia rane, mangia wurstel e mangia spaghetti”. Grazie mille, shit eater.
- 13 Dicembre 2024 -
14 commenti su “Draghi, Macron e Scholz a Kiyv…l’opinione di Rita Faletti”
Anno 2017, Bruno Vespa in un’intervista:
” Ma come viene in mente alla Nato di mettere i missili dentro casa di Putin? Bisogna riconoscere che l’occidente ha sbagliato con Putin”. Era in riferimento ai missili installati in Polonia.
Anno 2018, la posizione di Sallusti ospite della Gruber:
“Emarginare Putin è un suicidio per l’occidente. Senza Russia l’Europa non Esiste”.
Tante le posizioni critiche contro l’operato della Ue e della politica nei confronti della Russia da parte degli illustri giornalisti fino al 2019. Dopo la “proclamata” pandemia, magicamente si viene a creare una sorta di blindatura nelle informazioni, tutto viene centralizzato e narrato secondo canoni e direttive ben precise studiate a tavolino. I giornalisti seguono a comando le direttive e inizia il bombardamento mediatico a senso unico e senza precedenti. Oggi con l’operazione militare di Putin, gli stessi giornalisti sono quelli che ci raccontano la guerra (come ci piace chiamarla) con lo stesso modus operandi della pandemia e dell’elezione di Draghi facendocelo digerire senza bisogno del biochetasi.
Il viaggio dei Tre Moschettieri (ininfluente e inutile) non ha fatto altro che dare un pretesto a Putin per bastonare l’Europa e l’Italia in particolare. Non ancora sul viaggio di ritorno ed ecco che ci chiude parzialmente il gas.
Ma non è tanto questo il problema, bensì l’apparire Uniti (sempre a parole), accarezzarsi Zelensky per le foto di rito, ma appena nei suoi paesi, fanno dichiarazioni in contrapposizione allo scopo del viaggio. Se Draghi segue alla lettera i comandi del Reich, Macron e Scholz seguono gli interessi delle loro Nazioni seppure cercano di non farlo esplicitamente per avere la pace in famiglia. Anche se di famiglia allargata si tratta. Non a caso Mosca fa dichiarazioni di apertura al dialogo verso Macron e Scholz.
Cosa diversa l’America che non gli frega dei problemi dell’Europa, tanto la “guerra” è ben lontano da loro e nonostante continuano a importare petrolio russo. Come anche l’Inghilterra, favorevole all’invio di armi e soldi per allungare l’agonia del popolo ucraino, ma non passa un giorno a dire che l’Ucraina deve entrare nella Nato e nella Ue. Ma scusate l’Inghilterra come può favorire una cosa del genere quando loro stessi se ne sono usciti con non poche polemiche? Quindi vuol dire che gli affari e gli interessi in Ucraina vanno ben oltre al fattore umanitario che passa in secondo piano.
Poi se qualcuno mi dice che sono un mangia spaghetti non è mica una bugia. Alla fine questo tipo di sfottò c’è lo siamo sempre fatto a vicenda anche se non in questo tipo di occasioni. Criticare un italiano per quello che mangia e come mangia, nessuno al mondo è in grado di darci lezioni di gastronomia, perché nessuno è all’altezza di eguagliarci. Ci possono solo copiare….. E su questo non ci piove!
Qualunque affermazione, di chiunque, a favore della Russia o di Putin, che sia precedente all’invasione dell’Ucraina, appartiene a un tempo passato. Quelli che Lei ha citato, hanno cambiato parere. La verità è una: l’esercito di Putin è entrato abusivamente e illegalmente in un paese indipendente. Putin è l’aggressore e deve pagare per le stragi, le deportazioni, gli stupri, le violenze inutili e insensate, la devastazione cinica di una parte di un paese che non era uscito dai propri confini per offendere il vicino. E’ insopportabile che nel XXI secolo sia accaduta una cosa tanto grave. I governi dei paesi democratici, tutti, dovrebbero inondare l’Ucraina di armi, una valanga di armi. E le sanzioni dovrebbero essere totali. La pace non deve essere una resa. Punto.
La pace dopo una guerra, è sempre una resa. Dell’una e dell’altra parte, ognuno deve cedere qualcosa o rinunciare a qualcosa. Fermare le ostilità senza mediazioni o accordi, significa dovere distruggere un paese e tutto quello che di buono ha quel paese fino alla desertificazione. In questo caso che sia l’Ucraina o la Russia. L’invio di armi senza un fine o uno scopo ben chiaro, senza una strategia, comporta solo la morte di innocenti civili e militari. Specie se si ha di fronte una Nazione potente e ben preparata alla qualsiasi. Oltretutto inviare armi sempre più pesanti, la cosa potrebbe degenerare e andare fuori controllo. Ma se lo scontro lo si vuole portare a livello mondiale, allora la cosa funziona.
Le affermazioni precedenti dei giornalisti, li ho citati perché si evince che erano consapevoli delle provocazioni continue alla Russia e che questo prima o poi sfociava in un conflitto. Anche se nessuno credeva che potesse accadere. Ritengo che i giornalisti anche quelli di regime, non sono stupidi, sanno perfettamente come funzionano le cose e come potrebbero evolversi, ma poi cambiano parere perché devono qualcosa a qualcuno in cambio di qualcosa. Quindi in virtù di queste dichiarazioni passate, non ritengo più l’invasione illegale o abusiva per le ragioni paventate dagli stessi, ma prevedibili. Perseverando nella politica globalista del potere assoluto, era inevitabile che qualcuno prima o poi reagisse. L’unico che poteva opporsi era la Russia in quanto oltre a difendere la propria sovranità per antonomasia, è sempre la seconda potenza mondiale. Economica e militare. Economica perché la Russia è autonoma in tutto e per tutto (quasi) e non deve dipendere da paesi estranei. La Russia ha avuto quella lungimiranza di salvaguardare il loro patrimonio energetico, agricolo, minerario e tanto altro. Cosa che non posso dire dell’occidente che pensando di sfruttare gli altri popoli con la bassa manovalanza ed il basso costo poteva vivere sonni tranquilli fino alla fine dei secoli. Abbiamo deciso di non produrre più niente perché avevamo gli schiavi che lavoravano per noi, favorendo di fatto un occidente disoccupato ma pagato per non lavorare. Specie l’Italia, Putin ha rimesso tutto in discussione e questo la cabala non riesce a digerirla, ormai sono consapevoli che la loro fine è vicina e cercano di alimentare e proseguire politiche discutibili e malefiche. Spero solo che saranno loro i veri “mangiatori di merda” e noi popoli ci riapproprieremo delle nostre vite ad oggi condizionate e al limite dell’esasperazione.
La Russia era la seconda potenza mondiale, oggi è solo una potenza regionale che mendica aiuti dalla Cina e finanche dalla Cecenia.
Lo dimostra questa strategica “operazione militare pasquale”, questo era il vero nome iniziale.
Perché Putin credeva che doveva essere una gita fuori porta. Lui, i servizi ed i militari si sono detti: facciamo una bella infornata “ri ‘mpanati”, andiamo a Kiev, tutti ci faranno festa, il governo Zielinski fuggirà all’estero e noi, insieme ad un governo fantoccio, tipo Bielorussia, con una bella testa di legno a capo, tipo Lucasenka, ” ni mangiamu i ‘mpanati” e torniamo a casa.
Invece le loro strategie sono fallite miseramente, Zielinski (il comico, pedofilo e cocainomane come da qualcuno definito), è ancora lì, gli Ucraini non li hanno accolti da liberatori, anzi, difendono ogni metro della loro terra ed hanno inflitto grosse perdite all’invasore e definendo la realtà per quella che è.
Questa è una guerra con tutte le tragedie annesse, i russi, ancora una volta, hanno messo in evidenza la voglia imperialista e l’incapacità militare e, cosa più grave per loro, hanno aperto gli occhi agli Stati Europei, un Europa disunita è in balia anche di una potenza regionale come la Russia.
Quel treno che qualcuno prende in giro e deride potrebbe diventare l’inizio di una Europa Unita pronta ad affrontare tutte le sfide future che verranno a causa di questo terremoto geopolitico ed economico.
Che qualcuno si metta il cuore in pace, Italia, Francia, Germania, ecc, da sole non saranno mai sovrane, lo saranno solo insieme in un’Europa Unità.
@Tonino Spinello
La Russia è diventata così aggressiva proprio perché non è più una grande potenza mondiale. La Cina l’ha superata e nell’alleanza “dura come una roccia”, come Xi Jinping ha definito le relazioni sino-russe, sarà la Cina a mangiarsi l’alleato, auguri di buon compleanno e sorrisi a parte. Xi fa i suoi interessi, e non ha approvato l’invasione dell’Ucraina. Sul piano economico, il Pil della Russia è irrilevante rispetto a quello dell’Europa e il popolo russo vive sotto una cappa di repressione che è malsopportata nelle città, in particolare dalla parte più progredita e acculturata della società. Chi era nelle condizioni di farlo, se n’è andato quando la guerra è iniziata, non vedendo opportunità nel futuro di un paese destinato all’isolamento. Si tratta di professionisti il cui contributo alla crescita era fondamentale. Nelle campagne, dove la vita non è cambiata rispetto a decine di anni fa e l’esitenza è grama, il mito della Russia imperiale è ancora vivo e tutti credono alla propaganda martellante del Cremlino. E c’è il capitolo sanzioni che hanno iniziato a incidere: l’esclusione delle principali banche russe dal sistema swift penalizza importazioni ed esportazioni, il che costringerà la Russia a produrre ciò che non potrà importare, con la conseguenza che dovrà adattare i macchinari esistenti a nuovi sistemi di produzione. Non potrà avvenire dall’oggi al domani. In tema di armamenti, nei primi due mesi di guerra l’esercito russo ha perso 500 carri armati, 40 caccia e 30 elicotteri oltre a semoventi e altri mezzi militari, e nonostante l’industria bellica non si sia mai fermata, così almeno dice la propaganda, serviranno anni perché l’arsenale possa essere ricostruito – nel frattempo le perdite sono aumentate – sempre che i russi riescano a reperire alcune componenti prodotte in Europa, cosa difficile per via delle sanzioni, su cui Putin ride, mentre Lavrov chiede che vengano tolte. Non vedo un futuro particolarmente roseo per la Russia né per il suo zar.
Dott.ssa Faletti,
Le perdite di armamenti, sono ben suppportati e sostenuti dalla stessa Russia.
L’arsenale militare russo è immenso e non facile da quantificare proprio perchè è tantissimo. Se ricorda anni fa criticavamo la Russia perchè il popolo viveva male mentre i soldi si sprecavano in armamenti. Nucleari, tecnologici e convenzionali. Come del resto anche quello americano e inglese, solo che da noi non si avvertiva perchè tutto sommato vivevamo nel benessere. Non dico questo per difendere la Russia, ma per spiegarne il mio pensiero anche se qualcuno (o Lei stessa) pensa che sono “un figlio di Putin”. Scusi la battuta, serve per sdrammatizzare.
Cosa diversa è la Cina, quelli ad esempio li vedo pericolosi e permalosi! E ad essere sincero, mi preoccupa un’eventuale anche se improbabile alleanza. Spero che restano solo buoni amici e non vadano oltre. La Cina non è la Russia! Credo che Putin non fa società che non sia col suo popolo e anche con tutte le cose brutte che gli possiamo addossare.
Sulle sanzioni:
Fabio Vighi (Cardiff University):
“l default della Russia? Una balla. le nostre sanzioni sono un bluff, perchè in un’economia collegata è evidente che a risentirne per prima è quella europea. Servono a mostrificare Putin, a seminare paura, a far credere all’emergenza. E cosi facendo continuiamo una politica monetaria fallimentare”!
Quante falsità. Abbiamo tutto raddoppiato, per colpa di chi provoca. Io ho fatto il pieno oggi a più di 2€ al litro. Non mi interessa nulla dell’Ucraina. Ne di chi se la prende. Così non possiamo continuare, le sanzioni le stiamo pagando noi. Non è assolutamente come dice Draghi .Scusate lo sfogo ma siamo alla frutta.
La sua è una falsità. Abbiamo tutto raddoppiato, per colpa di chi ha attaccato uno stato libero, che ha il pieno diritto di restare libero come tutti gli altri stati che hanno il diritto sacrosanto di autodeterminarsi.
L’Italia e l’Europa stanno facendo la loro parte per difendere quel diritto internazionale, e ripeto, ogni stato che viene attaccato ha il sacrosanto diritto di difendersi.
Se a lei non interessa nulla dell’Ucraina, faccia pure, alla maggioranza dei cittadini e della comunità internazionale invece interessa che sia rispettato il diritto internazionale, e con tutto il rispetto ciò che a lei interessa o non interessa conta meno che niente,
così per parlare papale papale.
Oggi, purtroppo leggo nelle prime pagine dei giornali che Di Majo potrebbe, anzi lo sarà, essere espulso dal movimento.
Ecco perché, volevo evidenziare a tanti di sinistra, principalmente del PD che, si erano illusi che il m5s fosse un partito finalmente rientrato nei canoni della vera dialettica politica, Zingaretti era arrivato a dare al movimento la dignità di alleato, avrebbe messo Conte a capo della sinistra attribuendogli la veste di grande statista (qualcuno gli evidenziò quel grossolano errore e lui scappo sbattendo la porta).
In molti non credevano a questa scelta, mancava il sacrificio, mancava la sofferenza che è indispensabile in ogni evoluzione per un movimento come il 5 stelle, mettere una maglia di sinistra ad un movimento populista che se ne infischia di destra o sinistra era stata una svista.
Oggi, l’attacco di Conte contro Di Majo che lo invitava a rispettare gli impegni in campo internazionale ha chiarito che, il movimento vuole ritornare al passato, il passato delle epurazioni e degli insulti, il passato della pancia di popolo che ancora una volta ci renderà ridicoli con il mondo intero.
Letta osserva e tace, ma, dovrebbe in qualche modo dire qualcosa, troppa “serenità” nel suo silenzio, e poi non si lamenti dopo, quando verrà ancora una volta umiliato da Renzi.
La politica deve indicare la via e non affidarsi agli umori di pancia della gente, e Letta è li per questo (questo è il suo ruolo) se vuole contrastare la peggior destra che si profila all’orizzonte.
Apra al centro, ai moderati ed ai riformisti veri e non a vuoti ed inutili populisti, solo da quelle parti potrà arrivare un rinforzo, se vorranno.
Un indistinto e generico campo largo non potrà mai esistere in natura, non puoi mettere assieme la politica con l’antipolitica populista.
Rispettosamente saluto, buona domenica a tutti
Mi pare che in data 8 febbraio 2022 Macron e Zelenski hanno annunciato che veniva ripristinata la zona cuscinetto di 25 km, praticamente l’accordo di Minsk del 2015, scritto e firmato. Ed era d’accordo pure Putin. Esiste pure il video. Ma stranamente venti ore dopo Zelenski fa un passo indietro, annunciando di non rispettare gli accordi di Minsk. Le colpe non sono solo di Putin, ma anche da chi provoca. Ma stranamente non leggo mai queste versioni, queste verità. Leggo invece menzogne giorno per giorno. Ma detto questo mi pare che vincerà l’Ucraina per alcuni……vedrete chi vincerà. Aspettate e vedrete. E chissà cosa pensano gli abitanti dell’Aquila, all’annuncio di Draghi che dice ricostruiremo l’Ucraina. Che personaggio.
L’Italia non è il centro del mondo, se lo ficchino in testa coloro che se ne fregano delle sorti degli ucraini e pensano al gas…Se il nostro Paese è messo male, le responsabilità non sono certo da attribuire al governo in carica ora, ma a una parte di esso, quella che si sta mobilitando per riprendere quota dopo aver dato prova di velleitarismo, mancanza di senso della realtà e incompetenza e di chi su quella parte ha fatto affidamento, purtroppo per calcolo elettorale. Il Paese ne ha pagato le conseguenze, anche coloro che fin dall’inizio avevano giudicato il pastrocchio gialloverde una calamità e il rabberciamento giallorosso un tentativo malriuscito di rimediare ai danni. Gli elettori abbindolati ne hanno pagato le conseguenze e alcuni di essi hanno perfino il coraggio di criticare Draghi. Non sapendo con chi prendersela se la prendono con l’ultimo arrivato, il migliore di tutti quelli che l’hanno preceduto, oggi il punto di riferimento dell’Europa. Servirebbe parlare meno, guardare in faccia la realtà, non solo ciò che fa comodo, studiare di più e riflettere.
E non dimenticare il Presidente del Parlamento Ucraino ai tempi di Poroschenko Andrij Parubij, uno dei fondatori del partito nazista Sboboda, indagato per la strage di Odessa, che in televisione disse che Hitler è stato il più grande nel praticare la Democrazia Diretta nel mondo. Ci sono le prove anche su questo. Che stringeva la mano alla progressista Boldrini. Ma non possiamo dirlo, altrimenti siamo Filorussi. La verità è scomoda.
Ennesimo passo indietro di Conte, caro Vincenzo.
Naturalmente Di Majo aveva ed ha ragione, se l’Italia ha preso una linea politica nei confronti della guerra, quella linea deve essere concertata con gli alleati, con l’Europa e con la NATO, non può esser decisa da uno pseudo statista dipendente dai sondaggi e leader di un movimento oramai in caduta libera, un movimento che spera di avere un minimo riconoscimento elettorale sparando le stesse sciocchezze del primo momento.
Non può essere l’Italia la patria di queste assurde idee e grazie cento volte a Draghi.
Leggo
che il presidente della Camera Giuseppe Fico ha commentato le frizioni delle ultime ore all’interno del M5s: “Siamo arrabbiati e delusi. Non riesco a comprendere che il ministro degli Esteri Di Maio attacchi su delle posizioni rispetto alla Nato e all’Europa che nel Movimento non ci sono e non se ne dibatteva prima”.
Ma se il m5s è filo europeista e rispettoso della NATO, come dice Fico, ma allora di cosa vuole discutere Conte? Non si comprende, se tutto è così liscio allora seguiamo quello che fanno i nostri partner europei e andiamo avanti, e mandiamo gli aiuti militari aiutando l’Ucraiana.
Se qualcuno ha capito, io non ho capito, riconosco o i miei limiti, Di Majo, ex capo del m5s non ha capito come me, questo non è un merito sicuramente poichè non mi interessa molto difendere le posizioni di Di Majo, ma credo quelle posizioni siano legittime e fondate, tanto è vero che Conte, di fatto ha cambiato idea, solo che vorrebbe Giggino andasse fuori dai mar.. oni.