
Presidente della commissione Esteri del Senato una donna. Non è Paola Taverna, ma Stefania Craxi. I grillini, dopo aver ricambiato con una Zampata il tweet di auguri di “buona LiberaZione” di Vito Petrocelli, il filorusso fino al midollo del M5S, avevano proposto il nome del pentastellato Ettore Licheri. Convinti, secondo calcoli fatti, che i numeri c’erano, hanno invece incassato un’altra batosta. Una dopo l’altra, Giuseppe Conte grida alla congiura contro il Movimento. “Vogliono eliminarci dal Governo!” A Letta piacerebbe un mondo, ma deve pensare alle alleanze per le amministrative. Chiude un occhio e abbozza un sorriso mefistofelico. Lo sconquasso interno al Movimento è ordinaria realtà. Renzi aveva previsto l’implosione già un paio di anni fa. Il suo 2,5 per cento tiene contro il fu 33 per cento del battaglione 5S ora più che dimezzato. Conte è fuori di sé. Dov’è la pochette? E il saluto affabile ai cronisti? Il capo riunisce il consiglio nazionale del Movimento: vorrebbe staccare la spina al Governo. Poi ci ripensa. Non è insolito da parte sua, e corre all’ambasciata della Finlandia dove lo attende Sanna Marin, la premier del paese scandinavo. La rabbia di Conte è sfumata, la Finlandia può entrare nella Nato, l’ha quasi detto persino Cavusoglu, il ministro degli Esteri di Erdogan, e il Governo è il suo salvagente, perché andarsene? Per fare la voce grossa c’è sempre il termovalorizzatore a Roma. Gli passerà e passerà anche quello. Che fermezza di carattere!