di Giannino Ruzza
La polizia peruviana ha iniziato a caricare il gruppo di manifestanti che nonostante i divieti imposti dal Governo, testardamente continuava a occupare un’area conosciuta come Takiruta, di proprietà della compagnia cinese MMG che gestisce la miniera di Las Bambas. Una querelle scoppiata tra la compagnia cinese e le comunità locali, le cui proteste avevano provocato il 20 aprile scorso la sospensione dell’attività estrattiva. Negli scontri odierni con i membri delle comunità locali sono state arrestate 11 persone, mentre due donne sono rimaste ferite, una delle quali avrebbe perso un occhio nella colluttazione con la polizia. Governo peruviano costretto, per la seconda volta, a decretare lo stato di emergenza nella zona mineraria nei distretti di Challhuahuacho e Coyllurqui, nella provincia di Cotabambas. Decreto che dispone la sospensione dei diritti costituzionali relativi alla libertà di transito e assembramento nell’area, nella quale è stato autorizzato l’intervento della polizia e delle Forze Armate per ogni evenienza. La miniera di Las Bambas si trova nelle province di Cotabambas e Grau, nel dipartimento di Apurímac, nella regione andina. Nel 2017 ha prodotto 385.000 tonnellate di rame concentrato, diventando così il secondo produttore mondiale di questo metallo pregiato. Attualmente la cinese MMG sta sfruttando solo il giacimento di Ferrobamba, nonostante il vasto complesso minerario comprenda anche i giacimenti di Chalcombamba e Sulfobamba. Le stime dell’azienda indicano che sono stimate riserve pari a 5.631 milioni di tonnellate di rame e 8.982 milioni di tonnellate di altre risorse minerarie. Intanto le comunità che circondano la miniera insistono affinchè venga riconosciuto loro un risarcimento per gli impatti ambientali e sociali causati dall’estrazione mineraria. Anche le persone che hanno ceduto la loro terra per lo sfruttamento minerario sottolineano il mancato impegno della compagnia cinese MMG che si era offerta di costruire nella zona, un ospedale, scuole e alloggi residenziali.