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Algeria. Stop acquisto carne bovina spagnola…di Giannino Ruzza

Tempo di lettura: 2 minuti

Madrid si è svegliata stamane con la notizia della chiusura totale del mercato della carne bovina in Algeria. Giunge nell’ambito delle conseguenze collaterali dell’accordo stipulato pochi giorni fa tra Spagna e Marocco sulla sovranità del Sahara occidentale. Una bella botta economica incassata dalla Spagna, con il paese nordafricano che già lunedì scorso aveva iniziato ad imporre ostacoli all’ingresso nel suo Paese di animali vivi, provenienti dal paese iberico. Di fatto, da oggi,  battenti chiusi alle attività commerciali e agli allevatori spagnoli. L’Algeria era fino all’altro ieri tra i principali importatori di carne bovina spagnola, seguita da Libia e Libano, visto che ogni anno acquistava circa 20.000 tonnellate di bestiame. Ma non è finita. Tempi bui all’orizzonte si prospettano per la Spagna anche per quanto concerne l’approvvigionamento di gas, dal momento che il governo di Algeri, il principale fornitore di gas della Spagna, avverte di un possibile consistente aumento del prezzo del gas. La Spagna riceve il gas algerino attraverso il gasdotto Medgaz, grazie a un contratto tra la multinazionale energetica Naturgy e la compagnia statale algerina Sonatrach, che ha un peso significativo sul Pil spagnolo. Tuttavia, entrambi i consorzi stanno rivedendo il contratto di fornitura di questa risorsa energetica a partire da ottobre 2022. Intanto l’Algeria guarda al mercato italiano, interessato a ridurre la propria dipendenza dalla Russia per l’importazione di gas, e alla Francia per l’acquisto di bestiame. Nonostante a fine marzo la portavoce del governo spagnolo, Isabel Rodríguez, abbia dichiarato che la decisione della Spagna non deve incidere sui rapporti con l’Algeria, i suoi impatti cominciano già a farsi sentire, eccome, in ambito commerciale. Di fronte a questa situazione, gli allevatori spagnoli hanno dovuto abbassare il prezzo del bestiame tra i 20 ei 30 euro sul mercato interno e prevedono di applicare ulteriori ribassi se necessario. La svolta commerciale ha come sfondo politico il riconoscimento, da parte del presidente spagnolo Pedro Sánchez, del piano di autonomia per il Sahara occidentale richiesto dal Marocco dal 2007 per avere la sovranità su questo territorio. Il settore zootecnico spagnolo, che quest’anno è stato colpito dalla carenza di fertilizzanti e persino da problemi di trasporto, deve ora trovare nuovi mercati per sostituire i lauti guadagni precedentemente incassati dall’Algeria.

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