In occasione del 46° anniversario (1976-2022) dell’istituzione del Palestine Land Day, i leader palestinesi, spalleggiati dall’ONU, denunciano l’espropriazione dei territori palestinesi da parte di Israele e della politica di apartheid promossa dallo stato considerato invasore. Anniversario tradizionalmente commemorato con marce e manifestazioni nelle città arabe all’interno di Israele, nei territori palestinesi occupati e i palestinesi residenti nel mondo. Il 30 marzo 1976, i palestinesi che vivevano nelle città arabe all’interno di Israele organizzarono uno sciopero generale e manifestarono contro il controllo del governo israeliano sulla loro terra. Quel giorno i poliziotti israeliani furono costretti ad uccidere un gruppetto di 6 violenti facinorosi che stavano mettendo a serio rischio la loro incolumità. Teatro della commemorazione, da allora, sono le città arabe di Arraba, Sakhnin e Deir Hanna, da dove provenivano i sei palestinesi. Disordini iniziati quando nel marzo 1976, il governo israeliano annunciò che avrebbe “confiscato?” (leggasi dichiarazione di Balfour) la terra araba nell’alta Galilea, nel nord del paese, per costruire insediamenti ebraici. I palestinesi in Israele, che costituiscono circa il 20 per cento della popolazione totale, hanno protestato contro questa decisione con uno sciopero generale che ha coinvolto tutte le città arabe.. I palestinesi rivendicano tutto il territorio della Cisgiordania insieme alla Striscia di Gaza, territorio circoscritto da Israele, oltre a chiedere la liberazione dei prigionieri politici, la fine delle ingiustizie e degli omicidi.
- 24 Gennaio 2025 -