“Sono stato lieto – dichiara il primo cittadino di Ragusa – di aver partecipato stamane alla conferenza di INPS dedicata al “Reddito di libertà” per le donne vittime dì violenza, tema che ha visto il coinvolgimento delle scuole, finalizzato a sostenerle economicamente cosi da assicurare loro autonomia abitativa e personale e formazione di figli minori, è un segno di civiltà giuridica.
Lo scorso anno, però, a Ragusa è stata presentata una sola domanda di accesso a questa forma di sostegno. La nostra comunità, per quanto caratterizzata da un elevato senso civico, non è purtroppo immune al fenomeno della violenza sulle donne e temo che questa unica domanda sia il frutto di una scarsa conoscenza di questo prezioso strumento o dalla ritrosia comprensibile a denunciare.
Il reddito di libertà, voglio allora ricordarlo, non è incompatibile con altri strumenti di sostegno ed è destinato a donne italiane, comunitarie, in possesso di regolare permesso di soggiorno o comunque aventi lo status di rifugiate politiche o di protezione sussidiaria.
Coloro che sono già inseriti in centri antiviolenza riconosciuti dalla Regione possono richiedere il “Reddito di libertà” tramite i Servizi Sociali del Comune.
Per chi è invece ancora preda della violenza, l’appello è a rivolgersi al numero 1522, così da cominciare a riprendere in mano la propria vita, la propria serenità.”
- 7 Settembre 2024 -