
Le carceri ecuadoregne sono in subbuglio. Per ristabilire l’ordine nei centri di detenzione del paese il governo del presidente Lasso ha dichiarato un nuovo stato di emergenza nel tentativo di ristabilire l’ordine nei penitenziali. La prima allerta era stata emanata il 29 settembre scorso, durata due mesi, dopo che il giorno prima, nel corso dell’ennesima rivolta di massa, tra le violente aggressioni nei vari settori, e il lavoro delle guardie carcerarie sono stati cancellati dalla faccia della terra 118 detenuti. Fatti ripresentatisi con le stesse modalità di esecuzione il 12 e 13 novembre scorso con un nuovo massacro di altri 58 violenti sobillatori avvenuto nel penitenziario Litoral a Santiago de Guayaquil. In questo contesto di ribellione, lungi dall’essere terminata, il presidente Lasso, ha deciso di rinnovare per altri 30 giorni lo stato di allerta visto il protrarsi del trambusto generale che continua a verificarsi nella carceri. Il documento prevede la mobilitazione e il rafforzamento su tutto il territorio nazionale di corpi di Polizia e Forze armate nel tentativo di mantenere e ristabilire l’ordine nei centri di pena. I controlli saranno rafforzati, iniziando dal primo filtro d’ingresso che riguarda il controllo delle visite dei parenti ai carcerati, per impedire l’accesso nelle celle di oggetti atti a offendere tra i quali lame, coltelli, e a quanto pare anche armi rudimentali, che sarebbero entrati in alcuni settori. Inoltre, sarà sottoposta a controllo tutta la corrispondenza in entrata e uscita dalle carceri e sospesa la libertà di riunione e associazione in tutti centri di detenzione della nazione. Si è appreso che tra mercoledì e venerdì di questa settimana, una commissione internazionale per la salvaguardia dei diritti umani si recherà in Ecuador per verificare se nelle carceri vengono rispettate le norme di tutela e garanzia dei detenuti. In special modo la verifica si concentrerà sul complesso carcerario di Guayaquil, teatro delle stragi.