
“Mio padre padre era una persona a cui piaceva ridere. In questo momento vorrebbe vedervi ridere, per cui in questo momento di dolore vi chiedo, anche sotto le mascherine, di fare un sorriso”. Piergiorgio, il figlio di Pino Ricca, 53 anni, ucciso dalla tromba d’aria che mercoledì mattina ha fatto terra bruciata nell’entroterra modicano, ha chiuso in questo modo la cerimonia funebre, concelebrata dal Vescovo della Diocesi di Noto, Mons. Antonio Staglianò, nella Basilica Madonna delle Grazie. Modica ha detto addio alla vittima dell’evento atmosferico, con centinaia di concittadini che si sono stretti attorno alla famiglia, nel giorno in cui in città vigeva il lutto cittadino. Con i vigili urbani in picchetto d’onore, presenti il sindaco, Ignazio Abbate, e gli assessori Linguanti e Viola, i comandanti dei carabinieri e della polizia locale, la dirigente del Commissariato di P.S., un sottufficiale della Guardia di Finanza, i rappresentanti dei vigili del fuoco e della protezione civile, in una chiesa dove il silenzio si tagliava con un coltello. “Il silenzio è d’obbligo – ha detto nell’omelia il Vescovo -. Bisogna stare zitti e ascoltare la Parola in questo momento di dolore”. Dopo la cerimonia il corteo funebre ha attraversato lentamente Corso Umberto, tra negozi chiusi o serrante abbassate.
Pino Ricca, titolare del Tabacchi- Caffè Orientale di Via Vittorio Veneto, mercoledì mattina era uscito dalla sua residenza estiva di Contrada Serrameta per recarsi al lavoro. Proprio in quel momento è stato investito dalla tromba d’aria che lo ha prima sbattuto contro il parabrezza dell’auto e poi contro il cancello.
Una cugina della vittima a fine messa ha tracciato un ricorso di Pino Ricca, ricalcandone la bontà e l’onestà, oltre alla devozione a San Francesco d’Assisi.