Sig. Sindaco Abbate,
siamo Angelo, Marietta, Concetta, Peppino, Carmelo, Margherita… e altre centinaia, trapassati tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta…
E noi siamo Michele, Teresa, Emanuela, Caterina, Govanni, Pietro e altre diverse centinaia, morti tra gli anni Ottanta e il Duemila.
Noi siamo Carlo, Giuseppa, Anna, Salvatore, Orazio, Silvana e tante altre centinaia, inumati nei primi due decenni del nuovo millennio.
Noi Carmelo, Agata, Saverio, Giorgia e altre decine, siamo anche noi qui nelle edicole funerarie della Cooperativa Cimiteriale Di Vittorio al Viale San Massimo del Cimitero di Modica.
Alcuni da pochi mesi e altri da quasi dieci anni con nessun amico o parente che può venirci a trovare. A portare un fiore sulla nostra tomba a baciare il nostro volto freddo, impolverato e sconsolato.
Neanche il prossimo 2 novembre fra quindici giorni verrà qualcuno. Solo fiori, lumini e preghiere ma a casa dinanzi al nostro ritratto appeso alla parete o poggiato in un portafoto nell’angolo del comò.
Da anni i nostri parenti ti chiedono, sindaco Abbate, di intervenire a recuperare tutto il complesso pericolante. Ma tu invece di essere e fare ‘il primo cittadino’ ci appari, ti proponi e ti comporti come le famose tre tragicomiche scimmiette del “Non vedo, non sento, non parlo”.
Così dai spazio a interpretazioni pericolose di qualcuno che potrebbe pensare a una tua strategia del silenzio a favore di strategie diverse di altri, interessati al trasbordo delle nostre salme in loculi nuovi e più accoglienti, con costi vergognosi.
Ti sei mosso, caro sindaco, solo dopo che anche il Genio Civile di Ragusa ti aveva obbligato a chiudere il viale San Massimo.
Che intenzioni hai?
Totò dice che la morte “è ‘na livella”. Noi, infatti, non piangiamo più. Piangono o son tristi solo i vivi, nostri parenti e amici.
Ma tu sindaco sei vivo. Ci chiediamo se hai finito le tue lacrime di commozione, di compassione. Ma forse il motivo per cui tu non piangi è perché in questa Cooperativa non hai nessuno cui portare un fiore.
E noi siamo Michele, Teresa, Emanuela, Caterina, Govanni, Pietro e altre diverse centinaia, morti tra gli anni Ottanta e il Duemila.
Noi siamo Carlo, Giuseppa, Anna, Salvatore, Orazio, Silvana e tante altre centinaia, inumati nei primi due decenni del nuovo millennio.
Noi Carmelo, Agata, Saverio, Giorgia e altre decine, siamo anche noi qui nelle edicole funerarie della Cooperativa Cimiteriale Di Vittorio al Viale San Massimo del Cimitero di Modica.
Alcuni da pochi mesi e altri da quasi dieci anni con nessun amico o parente che può venirci a trovare. A portare un fiore sulla nostra tomba a baciare il nostro volto freddo, impolverato e sconsolato.
Neanche il prossimo 2 novembre fra quindici giorni verrà qualcuno. Solo fiori, lumini e preghiere ma a casa dinanzi al nostro ritratto appeso alla parete o poggiato in un portafoto nell’angolo del comò.
Da anni i nostri parenti ti chiedono, sindaco Abbate, di intervenire a recuperare tutto il complesso pericolante. Ma tu invece di essere e fare ‘il primo cittadino’ ci appari, ti proponi e ti comporti come le famose tre tragicomiche scimmiette del “Non vedo, non sento, non parlo”.
Così dai spazio a interpretazioni pericolose di qualcuno che potrebbe pensare a una tua strategia del silenzio a favore di strategie diverse di altri, interessati al trasbordo delle nostre salme in loculi nuovi e più accoglienti, con costi vergognosi.
Ti sei mosso, caro sindaco, solo dopo che anche il Genio Civile di Ragusa ti aveva obbligato a chiudere il viale San Massimo.
Che intenzioni hai?
Totò dice che la morte “è ‘na livella”. Noi, infatti, non piangiamo più. Piangono o son tristi solo i vivi, nostri parenti e amici.
Ma tu sindaco sei vivo. Ci chiediamo se hai finito le tue lacrime di commozione, di compassione. Ma forse il motivo per cui tu non piangi è perché in questa Cooperativa non hai nessuno cui portare un fiore.
4 commenti su “Lettera aperta “dall’aldilà” al sindaco di Modica”
Ma tutti i nomi dei “trapassati” non scrivono, non vedono, non sentono, non hanno bisogno di nulla, nemmeno di un fiore. Infatti nemmeno di quello…i fiori servono per mettersi a posto sulla coscienza dei vivi, gli uni con gli altri (sempre per i vivi).
Tutti i nomi elencati dei trapassati, è un sopruso!!! Perchè nessuno gli ha fatto da procura ciò che in questa missiva per il Sindaco è stata indirizzata. Ovviamente è solamente una tiratina d’orecchie…ma perfavore, non mettiamo anche i morti!!!!!!!!!!
A mio parere, mi sembra in assoluto, la lettera in oggetto, ad essere la più tragicomica!
A mio parere la Lettera aperta “dall’aldilà” al sindaco di Modica è già di per sè una tragicomica…come si puo’ avvalersi dei “trapassati” per rivolgersi al Sindaco.
Chi è questo genio che fà da portavoce dai “trapassati” al Signor Sindaco???
🙂
@ cittadino:
E sopratutto non votano ..
Ecco perché a Gnaziu non interessano..
cittadino, evidentemente lei non ha nessuno spirito.