
Domani, Monterosso Almo festeggerà il suo Patrono e Protettore San Giovanni Battista. Una festa esterna fortemente ridotta dalle restrizioni anticovid ma non per questo meno sentita.
Una festa le cui radici storiche sono secolari, come ricorda In questa intervista lo storico professore Angelo Schembari, autore su questo argomento di vari libri.
“La società monterossana del XVI secolo era profondamente legata al mondo rurale, un mondo che nascondeva nei riti di partecipazione collettiva il bisogno di sicurezza di fronte alle incertezze quotidiane. In un atto notarile dell’uno settembre del 1559 – ribadisce lo storico Schembari – si accenna alla festa di San Giovanni, cosi come l’esistenza del quartiere San Giovanni è attestata da un rivelo del 1593.
Nel 1595 venne inviata una supplica a Papa Clemente VIII per accordare dei privilegi alla Confraternita della quale nel 1611 i confrati chiesero ed ottennero dal Vescovo la conferma dei Capitoli.
Da una lettera del 1770 – continua Schembari – si apprende che la festa di San Giovanni si svolgeva l’ultima domenica di Agosto, ma alcuni anni dopo le autorità ordinarono di celebrare la festa il 29 agosto come stabilito dalla Chiesa ma, visto che tale giorno era lavorativo, si decise alla fine per la prima domenica di Settembre.
Anche la festa di San Giovanni porta il peso dei secoli con gli adattamenti subiti nel volgere dei tempi in relazione ai mutamenti delle strutture sociali.
I tempi di pandemia che stiamo vivendo – conclude il professore Schembari – hanno riportato all’essenziale le tradizioni religiose offrendo una preziosa occasione di riflessione, con l’auspicio che il passato non si cancelli ma se ne faccia tesoro per interpretare il presente e orientarsi al futuro”.