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“Ode a Modica” di Pisana, edita sulla rivista araba “Al-Yamamah”

Tempo di lettura: 2 minuti

Sul numero di oggi della rivista saudita “Al-Yamamah” è uscito, a pag. 54, un servizio sulla attività poetica del Presidente del Caffè Letterario Quasimodo, Domenico Pisana, con la pubblicazione di due sue poesie, “Dicembre” e “Ode a Modica”, tradotte in arabo dal Dott. Hamdi Al-Jabri che ha utilizzato, a tal scopo, il testo inglese curato dalla poetessa Floriana Ferro, dottore di ricerca in filosofia presso l’Università degli studi di Udine.
Al Yamamah è una storica rivista settimanale araba pubblicata a Riyadh, Arabia Saudita, che fornisce ai lettori informazioni sui problemi della nazione araba e sulle preoccupazioni contemporanee, e che dà abbastanza spazio alla cultura; la società che la gestisce è anche editrice di un quotidiano.
“Ringrazio per questa pubblicazione il poeta saudita Ali Al Hazmi, del quale lo scorso luglio ho ricevuto una richiesta di amicizia su facebook, che ho accettato ben volentieri avendo notato, fra l’altro, che avevamo in comune l’editore abruzzese “Il Cuscino di stelle”, che aveva pubblicato in Italia la sua raccolta “Una farfalla tatuata”, con la traduzione a cura di Claudia Piccinno.
Da questo incontro virtuale è nato un dialogo poetico e un confronto che si è concretizzato in questo dono inaspettato della pubblicazione odierna di due mie poesie: la prima, “Dicembre”, alla quale nell’ottobre 2019 è stato assegnato il Premio Internazionale “Città di Siderno” consistente in un’opera d’arte, e la seconda “Ode a Modica”, che fa parte della mia raccolta bilingue (italiano – inglese) “Odi alle dodici terre. Il vento, a corde, dagli Iblei”, Armando Siciliano editore.
Sono contento che fra i testi scambiati la scelta sia caduta su l’ode a Modica, perché è un testo che ha al centro la città, la sua storia e i suoi uomini illustri, e quando c’è Modica in questi miei rapporti internazionali sono doppiamente gratificato”.
Stante questa ultima affermazione del poeta modicano, riportiamo il testo di questa ode dedicata alla città:

Da: Odi alle dodici terre. Il vento, a corde dagli Iblei(2016)

Ode a Modica

Ti ho guardata estasiato questa sera d’agosto, Modica,
le basole baciate di luci, i tetti a flirtare con la luna,
magiche ombre distese tra vicoli silenti,
filamenti di memorie sottostanti ai balconi dei palazzi
illuminandosi per fugaci istanti, cercatori di emozioni,
e risuonando nell’aria asciutta, poi che i ricordi ritornano
di duelli tra San Giorgio e San Pietro,
sotto le colline che piangono di tempi traditi
trascritti su rotoli d’oblio.

Tu eri assopita alle dieci della sera
come un passero, un gatto o una cicala che murmurano
gemiti inesprimibili, hanno gli occhi
avvinghiati nella calura del corpo
nell’odore del cioccolato fondente e di caldi arancini
o in quello fragrante degli alberi del Corso,
che accarezzano i tuoi fianchi e si vedono dai colli
per cui io gioco a zig zag nel centro
tra gli incroci di sguardi diffidenti, da qui fascinoso
e ammaliante come volti di donne in cornici di grazia.

Io ripenso alle spighe di questa terra laboriosa
che donarono ai tuoi figli, stipati nelle grotte,
fastelli di frumento senza piegarsi all’infamia dei padroni,
a Campailla, solitario e melanconico, argomentare
di poesia e filosofia nell’ “assemblea dei dotti”,
all’infaticabile Carrafa, immerso
nel fervore del diritto e della storia,
a Carlo Papa, voce di giustizia dalla mano tesa
e canto di patriota nell’Italia degli oppressi,
a Quasimodo in cerca di fortuna con quattro versi in tasca,
a Poidomani, ironico e sornione, stilettare
tra satire, racconti e fumi di Bacco nel Corso indifferente,
a Ciccio, il più pungente dei Belgiorno, imponente
allungare la falcata tra passi solitari
nell’ora del tramonto riflesso sui palazzi.

Lascia, Modica, che m’inebri del tuo fascino serale
e al primo scintillio di luci distenda
su di te il mio sguardo dal cuor di Monserrato,
ora che sento sulle spalle il peso degli anni
e che il tempo dell’arte ha ridato gocce di luce
ai filamenti della mia coscienza.

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