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NON E’ IL GATTOPARDO. “Ignazioindicacose” abbandona: sarà vero? Riceviamo e pubblichiamo

Tempo di lettura: 2 minuti

La voce di “non è il Gattopardo
vuole rappresentare il pensiero di quelli che non
se la bevono, gli Apoti direbbe Prezzolini, e che,
intende scoprire gli altarini di chi si agita per indicare
quei cambiamenti che si propongono al solo scopo
di non mutare nulla

 

 

 

A bocce ferme, abbiamo riflettuto sul post di “Ignazio indicacose” che attribuisce all’ “assessore pelato” la frase “Neca ciò rissumu niautri ri nasciri disabile” (se infamante lo decida chi legge) per rimproverare il governo Abbate di non consentire il parcheggio dei disabili nelle strisce blu e, sulla contro replica di  “Non è il Gattopardo”; ne abbiamo tratto queste prime conclusioni:

1- secondo “Ignazio indicacose”, un gruppo cittadino come “Non è il Gattopardo” non può nascere in maniera libera ed autonoma senza che la responsabilità di quello che scrive non debba essere posta a carico dell’emittente che lo ospita.

2 -possiamo dividerci sulla gravità di alcuni errori di scrittura (refuso o altro: ognuno li definisca come vuole in base al proprio livello letterario che a Modica è particolarmente alto) contenuti nel nostro scritto; possiamo anche vergognarcene ma ciò non eliminerebbe, come risultato finale, il fatto che il subbuglio su tali errori è stato strumentalizzato da “Ignazio indicacose” e dalla sua claque, per offuscare la possibilità di chiedersi:
– se attribuire al “pelato assessore” la frase “Neca ciò rissumu niautri ri nasciri disabile” sia satira oppure sia altro;
-se è un reato porre in discussione l’uso gratuito delle strisce blu (o bleu?) da parte dei disabili immaginando altri meccanismi per risolvere il problema;
-se è stato giusto esprimere giudizi così sprezzanti nei confronti del commento di Nele Vernuccio che poteva avere tutti gli scopi di questo mondo tranne quello di offendere qualcuno; giudizi che alcuni abituali frequentatori della pagina “Ignazio indicacose” hanno definito: brutta superbia, eccessiva reazione, dal tono squilibrato, duro e con deliri di onnipotenza.

3  -Ma il punto più importante sarebbe stato,  ci adopereremo perché lo sia sempre, in particolare quando, come al solito, “Ignazioindicacose” si risveglierà (tre mesi, a far data del 28 giugno scorso?), quello di evidenziare che la satira è pur sempre una forma di giornalismo e, pertanto, non è la sua natura di satira che la rende ideologicamente indipendente e libera di offendere in nome della libertà di espressione del pensiero.

Come tutte le altre forme di giornalismo essa può essere, quindi, faziosa, ideologica ed offensiva.

Tra i vari modi per ottenere consenso, è un diritto ricorrere alla faziosità. Lo si esercita attraverso i giornali di partito e, in maniera più nascosta, con i giornali che pomposamente si autodichiarano indipendenti.

Per inciso, noi siamo convinti che essere indipendenti è cosa difficile: uno status che forse non esiste, forse neanche noi che ci stiamo provando.

Onore, quindi, ad “Ignazioindicacose” che ha scelto la faziosità come strumento di lotta politica. Non è così?  Si rifletta su cosa scrive, su chi sono i suoi avversari e sulla “violenza” della sua scrittura.

Lo testimonia, eloquentemente, la coreografia (o corografia?) che lo sostiene. Quella claque,  si lo ripetiamo, “radical chic” come tanti marchesi di Totò, con la tuba, la caramella e il pastrano, cui, nel frattempo, gli si è ammosciata la “r” buona per frasi dotte, autorevoli, secche e perentorie; insomma di quelle che pretendono dominio ed obbedienza.

Ma più dei sostenitori “radical chic”, che di solito non fanno le rivoluzioni anche quando i suoi aderenti espongono il pugno chiuso, è da valutare quella base genuinamente popolare politicizzata che ha spalleggiato “Ignazioindicacose” e che adesso, a seguito della chiusura della sua pagina Facebook ha lanciato in tutti i social, come un’OPA, l’idea che questa chiusura sarebbe un insulto alla libertà di pensiero, escludendo che si possa trattare di una auto-chiusura “precauzionale” o tattica, della serie “Caliti juncu. Ca’ passa ‘a china”.

Questa tesi non è sostenuta con dolo perché la “Dottrina volgarizzata” cui obbedisce l’intero gruppo “Ignazioindicacose” non prevede che possa esistere una loro critica che sia idonea a provocare una querela. Perché? Ma semplice – direbbe un loro “radical chic”, togliendosi per un attimo la caramella dall’occhio – le nostre critiche sono sempre giuste perché espressione della voce del popolo e, quindi, non possono offendere la onorabilità degli altri.”

A presto “Ignazioindicacose”.

Non è il Gattopardo

 

 

 

 

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© Riproduzione riservata

1 commento su “NON E’ IL GATTOPARDO. “Ignazioindicacose” abbandona: sarà vero? Riceviamo e pubblichiamo”

  1. Grazie per avermi fatto scoprire la pagina di ignazioindicacose, che sconoscevo. Spero non passeranno mesi prima di rileggere qualche loro post (come qui scritto)… almeno riescono a far fare due risate su argomenti che altrimenti farebbero solo arrabbiare. Bravo/a/i/e chiunque sia(no).

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