Milioni di manifestanti al grido “vaccini nel braccio e cibo nel piatto” si sono riversati ieri nelle piazze di 361 città brasiliane per chiedere le dimissioni del presidente Jair Bolsonaro e sostenere la petizione presentata alla Camera dei Deputati per avviare un processo politico contro di lui. “Bolsonaro Out” è riecheggiato nelle grandi città come Curitiba, Fortaleza, Belo Horizonte, Belem, Porto Alegre, Caxias do Sul, Recife, Pernambuco e in molte altre città minori del Brasile. Anche la marcia pacifica a Rio de Janeiro è risultata piuttosto massiccia. Una città Rio, epicentro della pandemia, con l’Avenida Paulista che si è riempita di migliaia di manifestanti in difesa della democrazia, del diritto alla vita e del legame di Bolsonaro, considerato un corrotto, per la vicenda legata all’acquisto di vaccini contro il coronavirus. Lavoratori, contadini e tanti giovani hanno chiamato Bolsonaro “il sovrano genocida” denunciando ad alta voce quante altre morti dovranno verificarsi per porre fine all’incubo di un governo che non si prende cura dei diseredati. Mentre, indossando i tipici costumi, i rappresentanti delle comunità indigene hanno chiesto di fermare la continua e massiccia deforestazione dell’Amazzonia, la distruzione dell’ambiente, nonché, l’accettazione del progetto di legge 490 , che se approvato dal legislatore, annullerebbe il diritto dei popoli indigeni a rimanere nei territori delimitati. Secondo gli organizzatori le manifestazioni contro il presidente Bolsonaro si sarebbero svolte anche in 41 città estere tra le quali Monaco di Baviera, Berlino, Friburgo, Amsterdam, Dublino, Vienna, Ginevra, Coimbra, Aveiro, Porto e Lisbona. Segnale, che la campagna elettorale, in vista delle elezioni del 2022, è partita con il vento in poppa per le opposizioni.
- 1 Dicembre 2024 -