
Centinaia di brasiliani si sono mobilitati in vari stati del Paese per chiedere le dimissioni del presidente Jair Bolsonaro, che ha dato la priorità allo svolgimento dell’America’s Cup nel bel mezzo della tragedia umanitaria, derivante dalla cattiva gestione della pandemia. La mobilitazione è in corso in almeno 400 città, più del doppio dell’ultima mobilitazione avvenuta il 29 maggio. I brasiliani chiedendo un cambiamento economico e più umanistico nell’escalation dei contagi. Le organizzazioni politiche chiedono al Governo di attuare un aiuto universale di 120 dollari pro capite, per alleviare la crisi socio-economica, nonché l’attuazione delle norme sanitarie in collaborazione con la rete dei medici popolari per combattere gli alti livelli di infezioni di questi giorni. Altri protagonisti, accorpati nel medesimo corteo, sono gli indigeni, mobilitati per chiedere il rispetto della cultura ancestrale e del territorio. Gli indigeni hanno respinto la richiesta parlamentare di promuovere la demarcazione dei loro territori. Secondo l’Articulation of Indigenous Peoples il progetto intende cedere le terre a società “predatorie“ del settore minerario, ma protestano anche anche per l’abbandono delle tribù per quanto concerne le campagne di vaccinazione contro il coronavirus.