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Aperto al pubblico il Palazzo dei Mercedari di Modica

Tempo di lettura: 2 minuti

Da oggi è ufficialmente aperto al pubblico il rinnovato Palazzo dei Mercedari e con esso l’annesso Museo delle Arti e Tradizioni Popolari “S.A. Guastella”. Il Sindaco di Modica, Ignazio Abbate, ha aperto la porta insieme all’Assessore Regionale allo Sport, Turismo e Spettacolo, Manlio Messina che ha voluto essere presente per sottolineare l’importanza culturale del sito. Presenti anche il Sovrintendente ai Beni Culturali di Ragusa, Antonino De Marco, l’ex Sindaco di Modica, Antonello Buscema ed i vertici cittadini delle forze dell’ordine. “Oggi – ha commentato il Sindaco – è un momento doppiamente importante perché tutta la Città può finalmente vedere il nuovo volto di Palazzo dei Mercedari dopo il profondo restyling cui è stato sottoposto e può ritornare a visitare quella straordinaria testimonianza del nostro passato che è il museo “Serafino Amabile Guastella”. La struttura ha tutte le potenzialità per diventare uno dei più importanti poli museali dell’intera Regione e sicuramente, questa estate, rappresenterà un’attrazione irrinunciabile per i turisti che torneranno a visitare Modica. Ci tengo a ringraziare l’Architetto Ferrara e la Prof.ssa Dormiente che ne hanno curato il riallestimento. Quest’ultima, insieme all’Associazione che presiede, merita un doppio grazie anche per la donazione effettuata al Comune dell’intera collezione che oggi ci permette di allestire il museo”. La struttura sarà aperta tutti i giorni, domenica compresa, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00.

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1 commento su “Aperto al pubblico il Palazzo dei Mercedari di Modica”

  1. Avremmo voluto condividere questa giornata di riapertura del Museo delle Arti e Tradizioni Popolari con i concittadini, ma non potevamo partecipare:
    – perché il passaggio del Museo al patrimonio del Comune da parte dell’Associazione è stato caratterizzato da un pasticcio amministrativo senza precedenti e scippando la città di un confronto aperto con le associazioni e gli operatori culturali sul suo utilizzo;
    – perché i i protagonisti di questo pasticcio non hanno ricordato con la dovuta importanza, come sarebbe stato doveroso, il ruolo svolto da illustri concittadini, ormai scomparsi, che, grazie alla loro passione, hanno regalato alla città un gioiello senza eguali;
    – perché nessuna amministrazione pubblica fino ad ora nella Repubblica Italiana si era spinta fino al punto di pensare e scrivere su un documento amministrativo che si potesse fare una nomina a vita per un direttore da mettere a capo di una struttura pubblica e porre uno strano requisito, frutto di un non meglio precisato corso di formazione, come indispensabile per la scelta del personale da adibire al Museo, senza alcun rispetto delle regole;
    – perché non vogliamo dimenticare, con la riapertura del Museo, che dopo otto anni di amministrazione i lavori di consolidamento e di ristrutturazione del Palazzo che ospita il Museo non sono ancora stati completati;
    – perché non vogliamo rassegnarci, dopo otto anni di amministrazione, costellata da asfalto e luminarie, che altri monumenti, che costituiscono l’identità e il patrimonio inestimabile della nostra città, sono rimasti chiusi e nulla è stato fatto: Palazzo Denaro Papa, l’Albergo dei Poveri, il Castello dei Conti, Palazzo Polara, l’Asilo della Raccomandata, solo per citarne alcuni;
    – perché non abbiamo sopportato che per qualcuno di essi soltanto ieri si è fatto ricorso ad un bando dello Stato, sostenendo invece che si trattava di opere inserite nel Recovery Plan, giusto per coprire la propria inadeguatezza a trattare a livello provinciale nelle sedi opportune.
    Il Museo non è proprietà privata dell’attuale Amministrazione, bensì patrimonio dell’intera città.

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