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Modica, democrazia partecipata e soldi da restituire

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      La Regione Siciliana, con tre distinti decreti ha sanzionato il Comune di Modica obbligandolo alla restituzione di 132.364,18 euro per somme che erano destinate ad essere spese con forme di democrazia partecipata.

   “Per ben quattro anni – denuncia Vito D’Antona di Sinistra Italiana  – Abbate non ha utilizzato l’opportunità concessa dalla Regione per consentire ai cittadini, come prevede la legge, di partecipare a scelte che coinvolgessero l’attività amministrativa del Comune, penalizzando la città e restituendo le risorse regionali.

       Soltanto nell’ottobre del 2020, per la prima volta dopo cinque anni dalla approvazione della legge, il Consiglio Comunale, a maggioranza, approva un regolamento che, in maniera che riteniamo illegittima, mortifica il concetto stesso di partecipazione, dato che esso si limita soltanto ad un “gradimento” dei cittadini a scelte già prefissate dall’amministrazione comunale.

       Ci auguriamo che la maggioranza consiliare che uscirà dalle urne alle prossime elezioni possa eliminare questo scandaloso regolamento e approvare uno strumento che effettivamente dia voce ai cittadini.

      Sul piano finanziario, continuiamo ad informare la città dellerestituzioni di somme e delle opportunità perdute per progetti importanti che riguardano la vita dei nostri cittadini; differentemente da quanto accade a Modica, grazie ad amministrazioni meno arroganti ma più oculate, assistiamo a tante città siciliane che, grazie ai finanziamenti europei, statali e regionali, stanno cambiando volto e creando occasioni di occupazione e reddito per imprese e lavoratori.

      Dalla recente bocciatura di un finanziamento di cinque milioni per progetti relativi alla messa in sicurezza del nostro territorio, alla revoca di un finanziamento di 850.000,00 euro per il recupero dell’area dell’ex Foro Boario, alla perdita 533.406,59 euro per il completamento del Palazzo dei Mercedari e di 707.402,52 euro per la messa in sicurezza della collina di Monserrato.

     A due anni dalla conclusione della sua esperienza amministrativa – conclude D’Antona – Abbate si accinge a lasciare un comune senza risorse finanziarie, una città senza alcuna progettualità per il suo futuro, un elenco di opere mai avviate o incompiute, isolata nel contesto provinciale e regionale, lontana dai momenti in cui Modica rappresentava indiscutibilmente la punta di diamante di quella che fu definita allora l’area del Sud est della Sicilia”.

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