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L’Aedo degli Iblei: Giuseppe “Beppe” Macauda

Tempo di lettura: 2 minuti

La definizione di Aedo degli Iblei non è azzardata se affiancata all’autore, scrittore e poeta Modicano Giuseppe Macauda. Infatti come gli antichi aedi, cantori dell’arte, della storia e della poesia nell’antica Grecia, Macauda canta, descrive e racconta la sua terra, sé stesso
Docente scolastico, poeta, scrittore, profondo conoscitore della natura iblea (sue diverse pubblica- zioni con tematiche narturaliste), Beppe è uno scrittore è conosciutissimo nella sua Sicilia, dove è assiduamente presente nei salotti letterari da protagonista e da semplice spettatore.
Pluripremiato in numerosi concorsi letterari naziona- li è tra gli autori di spicco della nostra casa editrice. I due libri editi e pubblicati da Swanbook Ed., la raccolta di poesie “Cromie” e i racconti contenuti in “Anni Diversi”, parlano intensamente delle radici dell’autore e di un territorio, quello ibleo, che ama profondamente e che sente indissolubilmente suo. Macauda con i componimenti poetici di “Cromie” riesce a far percepire al lettore l’intenso profumo di salsedine del mare che si congiunge come in un sensualissimo amplesso con gli odori delle terra e della vegetazione mediterranea.
Riesce a fotografare il soffiare del vento e la lieve brezza che accarezza la natura.
“Cromie” è come un bellissimo viaggio in un mondo che tutti speriamo di poter tornare ad assapo- rare.
Non molto dissimili sono le emozioni che “Beppe” riesce a fare vivere nei suoi racconti inseriti in “Anni diversi”.
E’ giusto rivolgersi a lui chiamandolo “Beppe”, il suo diminutivo, perché “Anni diversi” è un susseguirsi di racconti autobiografici, intimi, come se fossero raccontati in una domenica di primavera mentre si pranza all’ombra di un carrubo.
“Anni diversi” è il titolo più appropriato per questo libro, rappresentano gli “anni diversi” del vissuto dello scrittore, anzi dell’uomo Macauda, dall’infanzia alla giovinezza, fino all’età della maturità.
L’incedere della vita spesso descritto attraverso la vita rurale degli agricoltori, della fede, delle amicizie, dell’università e dell’impegno sociale.
In questi due libri i “non siciliani” potranno cogliere l’animo delle genti di Sicilia. Per questa sua capacità di sapersi raccontare, raccontando la sua vita e quella del suo mondo, noi tutti siamo infinitamente grati a Giuseppe Macauda.

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1 commento su “L’Aedo degli Iblei: Giuseppe “Beppe” Macauda”

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