
Oggi, dopo aver partecipato alla toccante cerimonia di inaugurazione del giardinetto dell’ex Ospedale ove è stata scoperta una targa in memoria delle tre donne ragusane vittime di violenza Alice, Maria e Pamela, il Prefetto Filippina Cocuzza – prendendo spunto dall’occasione offerta dalla ricorrenza e nell’intento di dare un segnale concreto in favore delle donne – ha voluto promuovere un momento di riflessione nel corso di una breve seduta della Conferenza Provinciale Permanente, convocata anche al fine di programmare, nei prossimi giorni, la sottoscrizione del Protocollo d’intesa su cui si è lavorato intensamente nell’ambito del consesso per fare fronte al fenomeno della violenza di genere.
Presenti all’incontro in collegamento da remoto, fissato quindi volutamente in coincidenza con l’importante ricorrenza della “Giornata internazionale della donna”, oltre alle componenti istituzionali tradizionalmente operanti nel delicato settore anche altri soggetti coinvolti che saranno chiamati a sottoscrivere l’accordo, nel comune obiettivo, ciascuno con la propria professionalità e competenza, di avviare un’azione sinergica, innanzitutto di prevenzione ma anche di contrasto contro il deprecabile fenomeno.
Nella consapevolezza che la “Giornata Internazionale della donna” non deve ricordare solo le conquiste sociali, economiche e politiche delle donne, ma anche le discriminazioni e le violenze di cui sono state e sono ancora perpetrate in quasi tutte le parti del mondo, partendo dal presupposto che i sacrifici di molte, troppe, donne, cadute nei cammini di emancipazione femminile non appartengono al passato, ma sono, purtroppo, attuali considerate quante sono ancora le situazioni nelle quali donne, figlie, mogli e madri a causa del loro impegno, volto all’affermazione del proprio ruolo, sono vittime di prevaricazione e di sorprusi.
Numerosi sono stati gli spunti di riflessione emersi nella circostanza sui molteplici aspetti connessi alla complessa tematica della parità di genere, a partire dalla esigenza di una presa di coscienza condivisa delle specificità legate alledifferenze tra uomo e donna, assolutamente necessaria per un approccio strutturato alla dimensione di genere, spesso dimenticata e non percepita come un fattore di arricchimento.
Non è mancato al riguardo il richiamo agli effetti negativi che l’attuale pandemia ha avuto per numerose donne dovuti sia all’isolamento forzato che all’avvenuta congiuntura economica negativa che ha comportato per tanti, soprattutto donne, la perdita del posto di lavoro.
In particolare, è stato sottolineato come soprattutto quest’anno l’8 marzo rappresenta una ricorrenza che evoca molte questioni esplose nella loro gravità a causa dall’emergenza sanitaria che ha costretto molte donne, già a rischio, ad essere esposte ulteriormente a potenziali e a volte effettive situazioni di pericolo soprattutto in quei nuclei familiari caratterizzati da conflitti relazionali, penalizzando molte a stare a casa perché rimaste senza occupazione o obbligate a svolgere il proprio lavoro in smartworking,dovendolo conciliare con gli impegni familiari, causa talvolta di serie ed inevitabili ripercussioni sui già precari equilibri familiari.
L’occasione è stata utile altresì per ribadire che ilpresupposto dal quale tutti bisogna partire è il “rispetto”, atteggiamento semplice ma efficace al quale ricondurre ogni comportamento superando il pregiudizio culturale consolidato contro le donne alle quali troppo spesso, tuttora, viene attribuita “la colpa” di scatenare inqualificabili istinti di violenza in chi ritiene di avere la “proprietà” della compagna, della moglie, della fidanzata o della ex di poterne quindi disporre a piacimento.
In conclusione il Prefetto, nell’evidenziare l’importanza della giornata che simboleggia in tutto il mondo la conquista sociale, culturale e politica delle donne, ha espresso l’auspicio affinchè alla celebrazione venga riservata da parte di tutti la dovuta attenzione, da intendere come opportunità di riflessione sui diritti della donna, sul suo ruolo nella società e sulla significativa ed innegabile funzione svolta nel tempo nei processi di cambiamento sociale, che deve indurre ciascuno di noi a condannare ogni forma di disuguaglianza, discriminazione e violenza a prescindere dal genere.
Occorre, ancora prima di affermare o forse imporre doverosamente la presenza femminile in molti ambiti lavorativi ancora appannaggio soprattutto degli uomini, superare i retaggi culturali che impediscono di porci in una vera ed effettiva condizione di parità fondata sul rispetto eliminando così il “burka invisibile” ipocritamente imposto.