La Corte Suprema del Nepal oggi ha iniziato a raccogliere petizioni che contestano l’operato del premier Sharma Oli dopo l’inaspettato annuncio dello scioglimento del Parlamento e la richiesta di nuove elezioni, che gli oppositori definiscono incostituzionale. La decisione di Oli, è stata annunciata dopo mesi di turbolenze politiche nel Paese himalayano paradiso degli scalatori, situato tra Cina e India, che ha finito per scatenare disordini nel suo partito e manifestazioni di protesta per le strade della capitale Kathmandu. Questa improvvisa decisione ha causato le dimissioni di sette ministri in aperto contrasto con il premier. “Si tratta di una violazione del mandato popolare dato al Governo dopo le elezioni del 2017” hanno detto all’unisono. “L’audizione sulle 12 petizioni presentate contro lo scioglimento del Parlamento è iniziata oggi”, ha detto Bhadrakali Pokharel, portavoce della Corte Suprema. “Ho chiesto al tribunale di emettere un ordine provvisorio contro lo scioglimento”, ha dichiarato Dinesh Tripathi, avvocato, uno dei firmatari. Oli ha recentemente perso il sostegno all’interno del “suo” Partito Comunista Nepalese (NCP), dopo le accuse piovute da più parti di trascurare i membri di alto livello del partito nel processo decisionale e nelle nomine chiave. “La mancata collaborazione dei funzionari del mio partito mi ha indotto a sciogliere il Parlamento e porre fine alle controversie” ha detto a sua difesa Sharma Oli. Il presidente del Nepal Bidhya Devi Bhandari ha fissato le date delle nuove elezioni amministrative, che si svolgeranno tra il 30 aprile e 10 maggio, un anno prima del previsto. Il Nepal è ufficialmente una Repubblica dal 28 maggio 2008.
NEPAL (TERAI) – Preparativi in vista delle elezioni del 2008, che ha visto salire al potere il partito maoista dopo il voto del 10 aprile.