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Biden-Harris: quale America?…l’opinione di Rita Faletti

Tempo di lettura: 5 minuti

I voti della Pennsylvania sono stati determinanti per Joe Biden per aggiudicarsi i 270 voti, in realtà sono stati 273, indispensabili per diventare il nuovo presidente degli Stati Uniti.  Con i democratici che festeggiano e Trump che continua a contestare il risultato e cliccare con insistenza su Twitter di essere stato imbrogliato (cheated) e di essere pronto a ingaggiare una battaglia legale, l’America si appresta a chiudere una pagina controversa e per qualche aspetto imbarazzante della propria storia recente. Ma con la consapevolezza che quattro anni non si cancellano in un solo giorno. Prima di fare piazza pulita del trumpismo e dei suoi effetti, il paese simbolo della democrazia e della libertà deve fare i conti con le ragioni e le pulsioni di quegli elettori, una parte non minoritaria, che nel 2016 hanno preferito a Hillary Clinton un tycoon senza esperienza politica che prometteva di dare voce all’America inascoltata delle retrovie. Dagli anni Ottanta, infatti, i liberal americani hanno smesso di coltivare una visione ambiziosa del futuro del paese che includesse persone di tutti i tipi. Hanno preferito concentrarsi sulle minoranze e i movimenti intorno all’identità di genere. Se vuoi governare, non puoi dimenticarti di parlare del bene comune che riguarda tutti. I dem hanno trascurato varie fette dell’elettorato escluse dai temi delle identità, come i bianchi della working class e gli evangelici. Un errore che è stato compreso e ha spinto Biden a raddrizzare il tiro in campagna elettorale e parlare di politiche, competenze e decenza, evitando accuratamente temi arcobaleno adatti ai movimenti più che ai partiti. Questo cambio di direzione ha riavvicinato ai democratici il centro moderato.  Joe Biden, nel discorso della vittoria tenuto ieri notte, ha detto che sarà il presidente di tutti gli americani. Una dichiarazione che può sembrare scontata ma che non lo è affatto. Il nuovo presidente eletto sa che il paese è spaccato e che il lavoro che lo attende è delicato e difficile. L’esplosione del razzismo e dell’antirazzismo ideologico che abbatte le statue dei presidenti americani, l’estremizzazione di posizioni diverse che hanno avvelenato il clima e indebolito nel mondo l’immagine di un paese percepito da sempre come un faro di libertà, richiederanno un processo di ricomposizione e di coinvolgimento dell’opposizione che non sarà disposta a perdonare nulla. Una questione che invece ha contribuito fortemente alla sconfitta di Trump è stata la sottovalutazione del virus e la mancanza di strategia per combatterlo. In politica estera Biden dovrà ricostruire il legame con l’alleato europeo, snobbato da Trump e dalla sua linea politica di impronta sovranista. Un cammino a ritroso non totale né brusco, piuttosto un disimpegno più morbido e lento, con punti di condivisione sui valori di una storia comune. Una mano tesa al vecchio continente desideroso di ritrovare l’atmosfera di collaborazione naturale con il partner storico in una fase in cui l’attacco alle libertà e le falle della Ue lo rendono particolarmente vulnerabile. Con Corea del nord e Iran, il dialogo sarà aperto, senza però alcuna concessione alle ambizioni nucleari dei due paesi. Le relazioni con la Cina non subiranno cambiamenti se non nell’approccio più soft.  Il multilateralismo caratterizzerà l’amministrazione Biden-Harris ma non implicherà la possibilità di deflettere dalla traiettoria ormai consolidata in politica estera. Allo sconfitto Trump, va comunque riconosciuto il merito di aver mantenuto tutte le promesse, cosa rara, e di aver risposto agli attacchi dei media liberal che negli anni della sua presidenza hanno martellato sulle “bugie”. Che ci sono state, ma alcune erano semplicemente differenze che le sinistre catalogano sotto altre definizioni, in quanto intolleranti di opinioni altre dalle loro.

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29 commenti su “Biden-Harris: quale America?…l’opinione di Rita Faletti”

  1. Otto righe, le ultime, per salvare il soldato Trump.
    Un matto che scrive compulsivamente sui social.
    Un folle che continua a parlare di brogli elettorali, raffigurando gli USA, la prima potenza al mondo, come il più scalcinato stato dittatoriale.
    Comunque lei ha ragione, qualche bugia l’ha detta, per il resto solo marachelle, gonfiate dai cattivoni della sinistra che come sempre vogliono imbavagliare il verbo, anche la stampa USA è da terzo mondo, si è permessa più volte di evidenziare le marachelle di Donald.

  2. Rispetto per Trump, ci mancherebbe, non siamo al suo livello e accettiamo anche i meriti (per chi li vede) di Donald. Purtroppo, signora Faletti , a parte l’appartenenza politica che magari la rende più indulgente nei confronti di un personaggio enormemente discutibile, anzi gravemente discutibile, non posso non evidenziare come lui è stato il beniamino del populismo mondiale, e considerato che siamo in Italia, aggiungerei che è stato il beniamino del m5s e dello stesso Giuseppi, che ne “apprezzava” il niente, oltre allo stesso “colorato e divertente” Salvini e Giorgina. Questo non è possibile perdonarlo, la totale mancanza di etica “politica” è stata una cattiva lezione per il mondo. Apprezzo, oggi, meglio tardi che mai anche il punto di vista di Berlusconi nei confronti del personaggio. Fomentare la massa in un popolo con quello americano è una cosa molto rischiosa per tutto il mondo, e, mi auguro che nessuno in oriente o in Russia utilizzi tutto questo per fare danni. Spero che Trump si lasci convincere dalle persone a lui vicine e collabori per il bene del mondo, almeno per tentare di riscattare la sua scadente immagine.

  3. Trump sarà colorito nelle sue esternazioni ma sicuramente aveva centrato le problematiche dell’America e non solo americane, problemi comuni anche a noi europei.
    Mi riferisco principalmente a quattro temi che l’attuale nuovo presidente dovrà affrontare:
    – immigrazione clandestina con il sud America che preme ai confini (con dietro i narcos);
    – rapporti con la Cina che reputo un pericolo mondiale sia in campo economico che sociale
    (sull’argomento non basterebbe un trattato);
    – rapporti con Iran e Corea del Nord che, malgrado le loro assicurazioni, vogliono la bomba atomica;
    – terrorismo islamico da noi sottovalutato (i risultati del buonismo si vedono).
    Una considerazione, pensate che Trump se gli avessero sequestrato 18 pescatori (caso Libia che ci vede impegnati) non gli avrebbe rotto il culo ai libici di Khalifa Haftar? Noi invece aspettiamo, cosa non si sa.
    Vedremo nel prossimo futuro cosa farà Biden, intanto noi italiani ci rallegriamo che la moglie ha sangue siciliano e a Gesso (comune nel messinese) già sono in corso i preparativi per una rimpatriata (rendendoci ridicoli di fronte al mondo intero).

  4. Neanche il diavolo è così brutto come lo si dipinge. In una visione manichea delle cose, si dividono con l’accetta i buoni dai cattivi, secondo il principio di autoreferenzialità e la presunzione che tutto ciò che non è “me” è negativo. La politica si costruisce anche su questo. Trump ha nuociuto all’America, in particolare alla parte conservatrice, ai repubblicani, che sono stati da lui mal rappresentati e che fin dall’inizio hanno manifestato più di qualche perplessità nei suoi confronti. John McCain, l’eroe americano, chiese esplicitamente che al proprio funerale Trump non partecipasse. E’ però vero, anche se può non piacere ammetterlo, che, estremizzazione a parte ma comprensibile in tempi di polarizzazione e irrazionalità, qualche ragione Trump l’avesse, come dimostra il fatto che nel 2016 vinse le lezioni nonostante la Clinton avesse più voti. Ma dipende dal contorto sistema elettorale americano. Se Trump questa volta non è stato battuto sonoramente, significa che una parte di paese (la meta?) ne approva le scelte oppure disapprova quelle del Partito democratico ora vittorioso. A proposito delle analogie con la situazione italiana, il sovranismo di Salvini, di cui non condivido quasi nulla, è nato dalla sconfitta di una sinistra che non convinceva più. A volte si vota per un candidato non tanto perché le proprie idee trovino riscontro nel suo programma, ma perché l’agenda politica del suo oppositore ci piace ancora meno. E va ricordato, per amore di obiettività, che la Lega non è Salvini, c’è anche un Giorgetti, così come il Partito repubblicano americano non è Trump. E aggiungo: il muso duro è una strategia che paga quando chi hai di fronte usa toni melliflui per ingannarti.

  5. Apprezzo le sue parole e la sua moderazione signora Rita Faletti, ora siamo più d’accordo. In particolare la cosa che mi piace di più, anche se i fatti ancora sono lontani, è l’affermazione che la lega non è Salvini, già, altre persone più moderate, ma anche più efficaci n ella lega potrebbero portare avanti una politica di destra (magari liberale, ma pretendere questo sarebbe troppo) apprezzabile. Secondo me, Giorgetti ne è l’esempio, ma diamo tempo al tempo. Dissento completamente le parole di massimo 1955, i suoi apprezzamenti nei confronti di Trump sono assolutamente lontani dai nostri interessi. Trump aveva manifestato senza peli sulla lingua una politica egoista in primis CONTRO l’Europa e l’Italia. Capisco che le sue affermazioni (quelle di Trump per intenderci) e la sua “maleducazione” solletica le persone semplici, la debolezza si manesta nell’apprezzamento dell’arroganza… ma tutto questo è semplicemente mancanza di “virilità”, non si illudino le persone semplici. La sua affermazione “gli avrebbe rotto il culo ai libici di Khalifa Haftar?”, è l’evidenza di quello che scrivevo prima io, vede, se l’America può rompere il culo ad Haftar, lo può fare perchè può permetterselo, loro hanno anche la sesta flotta ed un potere politico e militare indiscutibile, non può minimamente paragonarlo con il nostro… ecco, questa è l’evidenza di un complesso di inferiorità che si manifesta con queste esternazioni di impotenza e non di garbato rispetto. Ha ragione, tante persone si rallegrano del sangue siciliano della moglie di Biden, come tante persone si rallegravano dell’avvenenza della moglie di Trump, ma questa è la semplicità di cui parlavo prima, purtroppo.

  6. Che Trump sia un personaggio fuori dai canoni, con poca etichetta e un po’ eccentrico è innegabile.
    Ancora si stanno ricontando i voti, e se lo fanno i federali, qualcosa di losco ci sarà! Poco i media Italiani hanno parlato di questo, poco e niente la Cnn, e altre testate importanti, hanno trovato voti bruciati, hanno votato persone morte da tempo, hanno trovato cartelle elettorali false e in alcuni spogli, molti avevano la mascherina di Biden. Per ultimo il sospetto che molte schede arrivassero dalla Cina. Non voglio fare l’avvocato di Trump, ma si evince il malaffare e i brogli elettorali , io al posto suo farei lo stesso e penso tutti farebbero resistenza per vederci chiaro, fino alla morte. Queste elezioni hanno il sapore sinistroide, un’impronta di comunismo vecchio e non so quanto nuovo per l’America. Tempo fa successe qualcosa di simile con Al Gore e Bush, addirittura Al Gore arrivò a giurare prima dell’insediamento, ma vinse Bush. A Trump gli addebitano che non sa perdere, che non accetta la sconfitta, ma è suo dovere difendersi e andare fino in fondo. Chi a queste condizioni darebbe la vincita all’avversario senza battere ciglio? Nessuno lo farebbe, e mi sorprende (non più di tanto) che i media Italiani non ne parlino di questo, anzi parlano di Biden come il nuovo presidente Americano e lo fanno in modo fazioso facendo intendere che il mondo sarà un altro. Mah!!!!
    Trump è un personaggio che le cose non le manda a dire, forse il suo sbaglio è che ti dice le cose senza tanti preliminari, come si usa fare nella società perbene e nella politica. Io mi fido più quando ti dicono le cose in faccia invece di tanti giri di parole. Un po’ come farti l’anestesia per darti uno schiaffo, se ti devo uno schiaffo, te lo do e basta, questo è Trump. Comunque vadano queste elezioni, non dimenticherò mai che l’unico Presidente di uno Stato a puntare il dito contro la Cina per la causa della pandemia mondiale è stato Trump. L’unico a chiederne i danni, e sono talmente tanti e gravi per la Cina da starsene buoni e con la coda tra le gambe per molto tempo. Tutto mentre gli altri strizzano l’occhio ai Cinesi con l’Italia capofila!

  7. @Puppetta
    Non capisco, nel suo confuso commento, due cose che riguardano ciò che avevo scritto in precedenza: persone semplici e complesso d’inferiorità.
    Premesso che lei non conosce minimamente la persona che scrive, tengo a precisare che scrivere con semplicità, in un italiano corretto, non significa minimamente essere una persona semplice. Il grado culturale delle persone va sicuramente misurato con la platea che si ha di fronte e, nel mio caso, analizzo nel mio scritto temi che sono palesemente attuali e conformi al tema trattato. Dirò di più, come ha sottolineato Tonino Spinello, uno dei temi che aveva affrontato Trump era proprio la Cina intuendo, da grande capo di stato (in questo caso), il grande pericolo che tale nazione rappresenta per il mondo intero. Riguardo i 18 pescatori di Mazara del Vallo, ricordo che uno staterello di 8.800.000 abitanti circa, Israele, in un caso analogo al nostro nel luglio del 1976 in Uganda liberò con un’operazione un centinaio di ostaggi. Ora, non dico che l’Italia debba da sola affrontare una guerra contro Haftar ma, se non erro, facciamo parte di una comunità (Europa) che, nel suo insieme, dovrebbe in qualche modo affrontare il problema così come quando rovesciarono il regime di Gheddafi (Il petrolio faceva gola a tutti).
    Il complesso d’inferiorità, poi, è una locuzione con la quale vengono additate le persone che la pensano in maniera diametralmente opposta all’interlocutore, ed ecco che, in una diatriba verbale spunta puntuale la locuzione citata. In altre occasioni ed in altri luoghi sarei felice di farle conoscere il mio grado culturale e, tempo permettendo, le dimostrerei la veridicità di quanto affermato nel mio commento precedente.
    La chiudo qui.

  8. Certo che vedere un blog di un sito di Modica di difensori di Trump è proprio divertente. Io ritengo che puppetta ha perfettamente ragione, un personaggio che ostenta arroganza e maleducazione è sicuramente una persona affetta da complesso di inferiorità, e forse anche di impotenza. Se le voci che ci sono in giro sono vere, ce lo confermerà Melania. Ma a parte gli scherzi e le difficoltà di carattere, è ridicolo paragonare militarmente gli USA o lo stesso Israele all’Italia, Spinello lei è convinto di ciò che scrive? Lei pensa che sia la stessa cosa, magari mandiamo quattro fregate in Libia e la riduciamo alla ragione? Ma guardi questo non viene neppure sceneggiato nei film comici, ma lasci stare, si dedichi a comprendere la realtà Spinello, ha molte carenze. La presa di Gheddafi fu opera della Francia con l’ausilio di USA e Inghilterra, non è minimamente paragonabile alla nostra condizione, e poi perché? Perchè quattro pescherecci si sono avventurati in acque incerte, dove non si è mai stabilito se appartengono alla libia o sono acque internazionali. Secondo me dovremmo essere più cauti nelle nestre affermazioni.

  9. Sig. Pippo,
    Lei è un po’ confuso, non so cosa ha letto, la invito a rifarlo!
    Le assicuro, e ne può stare certo, che quello che scrivo è quello che penso, e non lo faccio per compiacere a nessuno. Di carenze ne abbiamo tutti, e non per forza gli si deve dare un aggettivo. Mi avrebbe fatto piacere leggere il suo pensiero attenendosi all’articolo invece di mettere in bocca cose non dette.

  10. @ Pippo , alias”puppetta” :
    Lasci perdere . . . la fregata non è una nave di attacco , bensì viene adibita alla difesa delle navi in attacco .

    E vero l’Italia è il paese dei “bearzot”, tutti bravi a comporre “squadre” . . BAH !

  11. Credo non si tratti di complesso di inferiorità o altro, ma come spesso spiegato si tratta di narcisismo patologico. L’ammirazione che si prova nei confronti di queste persone potrebbe essere invece dovuto a complesso di inferiorità. Ma chi se ne frega, a giorni uscirà da quella immeritata casa bianca. Pazienza per gli adulatori, se ne faranno una ragione. Puppetta in molti non riescono a vedere la realtà delle cose, paragonarsi allo stato più potente del mondo, per uno stato che tira a campare e con le pezze al culo credo sia una questione che dovrebbero analizzare gli esperti e non essere affrontata in questi blog, dove si tende ad estremizzare ogni questione.

  12. @Pippo
    Mi ci tirate per i capelli ma alla luce delle affermazioni del Sig. Pippo, non posso proprio tacere.
    Primo non so chi sia questo Spinello al quale lei si rivolge ed andando per ordine cercherò di spiegarle il mio pensiero.
    Mi reputo un liberista moderato, più vicino al pensiero di Malagodi che quello di Zanone il quale all’epoca tradì il pensiero liberale puro alleandosi con il centrosinistra e così facendo allontanandosi dal purismo liberale portato avanti da due ex Presidenti della Repubblica Enrico De Nicola e Luigi Einaudi.
    Detto questo personalmente non sono un difensore di Trump (discutibile come lo è stato Clinton per intendersi) ma ritengo che alcune battaglie che ha condotto, che citerò in seguito, siano state legittime e discutibili negli approcci. Mi riferisco a:
    – NATO, l’America sostiene l’alleanza atlantica con il 23% dell’apporto economico (ridotto al 16% da Trump) e quasi il 70% dell’apporto militare;
    – bilancia commerciale USA-Cina e USA-Europa totalmente sbilanciata a favore dei secondi con conseguenze economiche disastrose per l’export americano ed il rapporto Import-Export;
    – immigrazione clandestina, prevalentemente sudamericana, incontrollata e totalmente fuori controllo;
    Potrei continuare ma mi fermo qui sostenendo che difendere gli interessi nazionali (cosa che fanno molto bene i francesi per esempio e non facciamo noi) è totalmente legittimo e doveroso. I modi, discutibili senz’altro, sono un altro paio di maniche.
    Non dimentichiamoci che illustri Presidenti degli USA e citando i più recenti sono stati oggetti di chiacchere (per usare un eufemismo), Kennedy (Marilyn Monroe), Nixon (Watergate), Clinton (Lewinsky) e, pertanto, non mi stupisce per niente il comportamento esteriore di Trump considerato peraltro che i commenti negativi non tengono conto del modo di vivere, assolutamente lontano dai nostri costumi, degli americani.
    Infine, riguardo i nostri pescatori trattenuti in Libia.
    Non sono quattro pescherecci che hanno sconfinato in acque considerate libiche (come dice lei) ma sono persone trattenute da pirati del mare perché, le ricordo, che le acque del golfo della Sirte sono acque internazionali. Fece bene all’epoca Reagan a compiere esercitazioni militari all’interno del golfo dimostrando a Gheddafi che non si può essere forti con i deboli e deboli con i forti.
    Noi, inteso come Europa, siamo deboli e ce ne fanno di cani. Per questo cito un sollecito intervento europeo sulla vicenda, non certamente di tipo militare (anche se già alcuni europei stanno combattendo nei deserti della cirenaica per i propri interessi) ma di tipo politico, energicamente politico e non un silenzio tombale che fa disperare i parenti asserragliati alle porte di Montecitorio.
    Le carenze, come Puppetta, le ha lei che come ho detto nel mio precedente commento, quando non si è d’accordo con un’idea ecco subito presente l’offensiva verbale totalmente fuori luogo.
    Si curi

  13. Scusatemi, ma io non vedo differenza fra l’imperialismo americano e quello cinese.
    Il primo è gestito da una democrazia capitalista ed il secondo da un comunismo che galoppa velocemente verso il capitalismo.
    Nello scacchiere mondiale si muovono allo stesso modo, fanno incetta di risorse a discapito di chi le possiede.
    Fra qualche secolo sia americani che cinesi spariranno e saranno sostituiti da altre figure o altri sistemi, è successo per le grandi civiltà e per i colonizzatori, diversi imperi sono stati spazzati via, ma per miliardi di persone nulla è cambiato, saranno sempre in pochi a governare le moltitudini, come il perpetuarsi della risacca sulla battigia.
    Io da tempo ho riposto le mie utopie nel cassetto. Da allora ho smesso di lottare per cambiare il mondo, ma lotto ogni giorno affinché il mondo non cambi me.

  14. Ed ecco di nuovo terrorista, come grillino avrebbe potuto essere ministro della difesa per le sue conoscenze militari, ma c’è sempre tempo. Enzo, mi creda c’è una differenza abissale fra USA e Cina, cerchi di rientrare fra le righe. Noi siamo sempre stati sotto l’influenza americane , e c’è un perchè, ma ringrazio Dio per questo, se lei ritiene che sia la stessa cosa ho paura che si sbagghia… ma di molto.

  15. Non se ne può più..

    Ma puppetta come fa a dire che terrorista è grllino?
    Ma come mai ha tanto astio nei sui confronti?
    In fondo ha solo fatto un appunto alle sue imprecisioni.

  16. Ma quale astio, io ho rispetto per terrorista. E poi, dire che sia grillino non è un insulto, in tanti lo sono stati e tanti continuano ad esserlo con orgoglio. Non se ne può più non poter dire la propria opinione senza essere attaccati, può sfoggiare tante conoscenze (sicuramente è un generale in pensione) sulle arti militari e poi non accetta un semplice e rispettoso commento, e addrittura fa intervenire un difensore che non ne può più.

  17. Di Maio è negli Emirati, gli sponsor internazionali di Haftar. Se i pescatori saranno liberati, vorrà dire che il ministro degli Esteri da bibitaro si è trasformato in diplomatico affidabile.

  18. @Rita Faletti
    Lei a volte è spudoratamente imprecisa.
    Sul curriculum di Di Maio, come sottolineava il Presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, fra le competenze del nostro Ministro degli Esteri vi era anche “Manovale presso impresa edilizia”. De Luca, nella lettura del citato curriculum, evidenziava che tuttalpiù Di Maio poteva aspirare a diventare “Carpentiere” (CFR You Tube – De Luca).
    Ora, non volendo fare un confronto storico con gli illustri predecessori di Di Maio, non le sembra che una cosa sarebbe stata se si fossero presentati a Riad gente del calibro di Andreotti o Moro (ex colleghi di Di Maio) e l’attuale prospettiva a cui accennava nel suo intervento?
    Lo scherzoso dileggio che precede altro non è che lo spunto per evidenziare il pauperismo politico che incombe sulla nostra attuale storia repubblicana.
    Una Ministra dell’Istruzione, per esempio, che Massimo Arcangeli, presidente della Commissione per l’accesso al ruolo di dirigente scolastico, la giudicò totalmente impreparata.
    Per non attirarmi le ire dei grillini e CO mi fermo qui.
    Aggiungerei solo una domanda che mi faccio da solo: ma come si è potuti passare da gente del calibro di Moro, Andreotti, Craxi, Colombo, Forlani, Cossiga, Almirante, Berlinguer, Spadolini, La Malfa, Nenni, Fanfani ecc. ecc. a gente così spudoratamente incapace?

  19. Non volevo infierire sul poverino al quale va riconosciuto comunque un indubbio merito, quello di essere impermeabile a critiche che avrebbero fatto impallidire di vergogna chiunque altro in altri tempi. Ci vuole del fegato a rimanere impassibili di fronte alle proprie lacune e continuare come se niente fosse. E questo risponde alla domanda che Lei fa a se stesso e alla quale aggiungerei: non sarà che ci meritiamo le mezze tacche di oggi visto il livello attuale di ignoranza e insipienza del nostro Paese?

  20. Serve ancora una spiegazione per quella bella frase che vorrebbe essere ad effetto?
    Il suo scritto sopra dovrebbe essere esaustivo.
    “Che ci sono state (le bugie), ma alcune erano semplicemente differenze che le sinistre catalogano sotto altre definizioni, in quanto intolleranti di opinioni altre dalle loro.”
    Le capre belano senza sapere perché.
    Gli ambigui spesso lo sono senza saper di esserlo.
    Beeeeeee

  21. Se da Moro, Andreotti, Craxi, Colombo, Forlani, Cossiga, ecc.… si è passati a questa gente, lo dobbiamo alla globalizzazione e al fatto che non ci sono più gli ideali politici di un tempo. Una volta esistevano i giovani che si formavano dentro le loro sedi politiche di appartenenza e portavano avanti le loro idee secondo i propri ideali e facevano gavetta. Quando qualcuno era più intraprendente, o si distingueva per qualcosa, passava di grado e cosi cresceva politicamente. Oggi è diverso, tutti hanno la sindrome della visibilità e per questo la politica si fa nelle tv e nei blog. Poi ci mettiamo che la lungimiranza è andata a farsi benedire e la nostra attenzione politica sta negli indici di ascolto o nei consensi. Consensi che se scendono vado in tv e mi rimangio quello che avevo detto prima per far salire il consenso. Cosi ho tutto e subito, come tutto è subito la programmazione e tutto approssimato. Ma i consensi sono alti e allora vuol dire che va tutto bene. Con la globalizzazione l’unico ideale rimasto è il denaro e la politica è al suo servizio. Tanto che oggi se sei di sinistra o di destra o a qualunque partito appartieni, che sei al governo o all’opposizione poco importa, la cosa importante sono gli interessi tuoi e soprattutto di chi li ha messi li e che sono nell’ombra.
    Che Di Maio non ha esperienze politiche e quindi sprovveduto è un fatto assodato! Di conseguenza è assodato che non è lui a decidere le strategie politiche, ma guidato da persone che gli fanno fare quello che va fatto. Se un Di Maio sta li come tanti altri, Conte in primis è perché devono finire il lavoro che altri hanno organizzato per loro, e quindi se gli si dice di saltare, loro saltano. Sul personale non ci andrei, alla fine è un ragazzo che si è trovato cosi in alto che forse nemmeno lui sa dove si trova e cerca di sopravvivere tra una lapidazione e l’altra. Detto questo, non è carino dire che doveva fare il muratore, non ci sarebbe stato nulla di cui vergognarsi, anche perché essere muratore non significa essere deficienti o ignoranti. Oltretutto sapendo che ci sono plurilaureati più ignoranti e deficienti di un muratore o di uno spazzacamino! Questo era doveroso dirlo!

  22. Spinello, molto più semplicemente sono gli elettori che si sono degradati, oggi tutti vogliono e non comprendono, non comprendono che hanno avuto troppo, e per loro l’Italia ha un debito pubblico enorme. Come asini, molti non comprendono questo e si affidano a fenomeni da baraccone che li illudono e alla fine ci troviamo la generazione politica più ignorante della storia, una generazione politica che ha spiegato che uno vale uno e loro ignoranti erano quelli più giusti e onesti di tutti, più giusti di quelli colti del passato che disprezzavano, gli asini gli hanno creduto, ed eccoci qua. Non lamentiamoci, maggioranza degli italiani li ha eletti, oggi dobbiamo goderci le loro assurdità. Spero non si offenda nessuno, anche perchè sarebbe la prova che quanto ho scritto è corretto.

  23. Quale futuro potrebbe avere in Italia un politico che promettesse “lacrime e sangue”?
    Winston Churchill 13/05/1940.

  24. @Tonino Spinello
    Devo necessariamente correggerla, la sua frase:

    “Detto questo, non è carino dire che doveva fare il muratore, non ci sarebbe stato nulla di cui vergognarsi, anche perché essere muratore non significa essere deficienti o ignoranti.

    Guardi che il Presidente De Luca, nel suo filmato, leggeva il curriculum di Di Maio e, sosteneva nel suo ragionamento, che al massimo Di Maio da muratore (era nel suo curriculum) poteva essere promosso a carpentiere.
    Ne consegue che da lì a sostenere un dialogo diplomatico al cospetto del re dell’Arabia Saudita Salman bin Abd al-Aziz Al Saud ce ne vuole.
    Nessuno c’è l’ha con i muratori, ma lei, obiettivamente, li manderebbe a trattare la vita di 18 persone?
    Per il resto concordo con la Faletti, vuol dire che ci meritiamo questi rappresentanti.

  25. Massimo,
    Sono stato frainteso, non è un curriculum che ti da i gradi per essere generale o soldato, le capacità vanno dimostrate e i gradi guadagnati. Di Maio non dimostra grandi qualità diplomatiche e il posto che occupa è inopportuno. Ma non per il suo curriculum. Quando si laurea un medico anche con la lode, non è un luminare di scienza, prima deve fare esperienza e deve dimostrare di sapere salvare vite. Se nel frattempo questo medico faceva il muratore per mantenersi agli studi, non lo trovo affatto vergognoso. Trovo poco carino fare intendere ignorante un muratore solo perchè non ha la laurea, mentre tanti laureati sono più somari dei muratori. Ora la classe politica che abbiamo, è voluta perchè deve svolgere un lavoro conto terzi e per questo nessuno occupa il posto più consono e appropriato. Questo l’ho sempre sostenuto!

  26. @Tonino Spinello
    Lei ha voglia di scherzare, sicuramente.
    Come non conta il curriculum in una posizione governativa strategicamente importante per l’Italia quale è Il Ministero degli Esteri.
    Il sig. Di Maio, semplice diplomato, nel suo curriculum indica il già citato manovale presso impresa edilizia, bibitaro, tecnico dei computer e via dicendo, attività che sono servite per campare e non per , come diceva lei, mantenersi agli studi che non ha fatto.
    Un ruolo, quello del Ministro degli Esteri, che necessita di conoscenze internazionali, agganci a livello planetario, cultura e studi specifici.
    Le cito un esempio che potrà essere d’aiuto.
    Giovanni Agnelli, fra i nipoti che aveva, teneva soprattutto a Lapo Elkann. Ebbene, Agnelli dopo gli studi e la relativa laurea del nipote presso l’ European Business School di Londra in relazioni internazionali, lo invio in America da Henry Kissinger (considerato da tutti fra i più abili diplomatici di tutti i tempi) in qualità di assistente per quattro anni. Ebbene, se Lapo Elkann non fosse stato quello che poi è noto a tutti, avrebbe avuto le carte in regola per il ruolo di cui si parla.
    In definitiva il concetto è sempre quello, il gioco delle poltrone, meritocrazia zero, competenze zero assoluto.
    E non mi venga a dire, dall’alto della sua preparazione, che le attuali poltrone ai ministeri siano occupate da persone competenti ed adatti ai relativi ruoli: mi farebbe ricredere sulla stima che ho di lei, dedotta dai suoi scritti e dai suoi commenti (escluso il precedente-ho fatto la battuta).
    Saluti

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