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Il Ragusano Dop e le sfide post 2020

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Del Ragusano Dop si è parlato nel corso dello workshop digitale promosso ed organizzato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, dall’Ismea, dall’Unione Agroalimentare della Cna e dalla Fondazione Qualivita ed avente per oggetto “Le Indicazioni Geografiche strumento di sviluppo del territorio: buone prassi per cogliere le sfide del post 2020”.
E’ stato Enzo Cavallo, nella qualità di direttore del Consorzio di Tutela, ad intervenire per parlare del “principe dei formaggi dell’area Iblea”, delle sue potenzialità qualitative e produttive e sulle criticità che necessita superare.
“L’aggancio ed il legame delle Indicazioni Geografiche ai territori, conferma ciò che il Ragusano ha rappresentato, rappresenta e potrà ancora rappresentare per l’area degli iblei – ha sottolineato Cavallo nel suo intervento in videoconferenza – . Il nostro formaggio è un prodotto che ha fatto la storia di Ragusa e della provincia. Per il modo come viene apprezzato da una fascia sempre più ampia di consumatori e come diviene giorno dopo giorno oggetto di maggiore attenzione commerciale, il Ragusano ha tutto ciò che occorre per essere fonte di ulteriore sviluppo del comprensorio di produzione ed impareggiabile punto di riferimento e di forza per tutta l’apprezzatissima enogastronomia locale e regionale, e non solo. Quella di Ragusa, dove si produce più del 75% del latte vaccino siciliano – ha proseguito Enzo Cavallo – è la provincia zootecnica più avanzata del meridione, per quantità e qualità delle produzioni, per capacità ed intraprendenza imprenditoriale degli allevatori, per l’organizzazione razionale degli allevamenti e per l’organizzazione economica delle imprese” Dopo aver parlato del Ragusano e delle sue caratteristiche organolettiche e sulle garanzie assicurate dalla sua certificazione e dalla sua tracciabilità e dopo aver riferito sull’impegno del Consiglio di Amministrazione e sull’attività del Consorzio, il Direttore Cavallo ha richiamato alcune criticità che occorre superare se si vuole rilanciare l’intero settore . “Il territorio ha creduto e crede nella filiera e su di essa vuole puntare in maniera convinta. Il Consorzio è impegnato al massimo. La convinzione però – ha sottolineato – non può appartenere solo agli addetti direttamente interessati. Per il Ragusano e per gli altri formaggi Dop siciliani occorrono interventi mirati ad incoraggiarne il rilancio produttivo. Occorre la sburocratizzazione delle procedure che accompagnano la produzione e l’attività di certificazione (che va sostenuta) e per l’accesso al Psr; occorre rendere applicabili ed operative le disposizioni sul pegno rotativo perchè i tempi morti della stagionatura sono insostenibili per le aziende che hanno bisogno di liquidità. Pensando al futuro non si può non pensare ad un diverso ruolo della grande distribuzione organizzata, non solo per la valorizzazione e promozione dei prodotti certificati, ma anche per contrastare ogni forma di contraffazione e l’utilizzo abusivo delle denominazioni. C’è bisogno di operare in sinergia e con la massima determinazione – ha concluso Cavallo . L’ultima iniziativa della Regione, impegnata ad aggregare tutti i consorzi di tutela siciliani ci trova disponibili a collaborare e a fare sistema e ci lascia fiduciosi. Speriamo bene”.

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