
Pare poco ascoltato, l’appello lanciato l’anno scorso da Papa Francesco in difesa dell’Amazzonia. Il Papa era intervenuto per denunciare al mondo il genocidio della popolazione indigena e far cessare la deforestazione selvaggia e gli incendi dolosi nelle regioni. I dati forniti dal governo federale di Jair Bolsonaro, che ha dato il via all’operazione “Verde Brasile”, ha comunicato che nei mesi di luglio, agosto e settembre di quest’anno, il disboscamento è stato inferiore rispetto agli stessi mesi dello scorso anno, secondo i dati forniti dall’Istituto nazionale per la ricerca spaziale (Inpe), ma è rimasto su livelli elevati rispetto al triennio 2015-18 (media di 4,9 chilometri quadrati annui). Da gennaio a settembre 2020, invece, la deforestazione legale in Amazzonia è stata pari a 7.063 chilometri quadrati, in calo del 10,25% rispetto ai mesi record (7,78 chilometri quadrati) del 2019. Molto peggio sta andando con gli incendi naturali e dolosi che nel 2019 hanno mandato in fumo in Amazzonia 120 chilometri quadrati di foresta tropicale nelle regioni Amazonas e Paranal.