
In Venezuela si sta consumando una tragedia umanitaria. Maduro, vista la criticità della situazione, potrebbe avere le ore contate. Sono davvero troppi i patimenti quotidiani che deve sopportare la popolazione venezuelana. La carenza di acqua, gas, derrate alimentari, carburante ed elettricità è all’ordine del giorno. La popolazione, stremata, dallo scorso mese di settembre ha iniziato a scendere in piazza . “Si sono dimenticati di noi, ci manca tutto” ha detto María Mendoza, una commerciante di 38 anni, dopo l’ennesimo blackout elettrico. Persino i sostenitori di Maduro stanno iniziando a voltargli le spalle. Infatti, il 22 settembre scorso l’attivista Edito Hidalgo del partito Tupamaro, stretto alleato del presidente Nicolás Maduro, era in testa al corteo a guidare la protesta pacifica nella cittadina agricola di Urachiche. Ogni attività economica dei piccoli agricoltori che gira intorno alle colline di Urachiche (coltivano fagioli, mais, caffè) è peggiorata drasticamente negli ultimi anni. “La nostra gente ha il diritto di vivere. Vogliamo efficienza nei servizi pubblici”, ha detto Hidalgo. Manifestazioni di protesta sono continuate in alcune cittadine dello stato di Yaracuy, che la polizia ha disperso sparando proiettili di gomma e lacrimogeni. Nel giro di una settimana, proteste simili si sono diffuse in tutto il Venezuela, dallo stato di Zulia, all’isolata costa caraibica di Sucre, che Maduro ha fatto disperdere con l’invio di un massiccio contingente militare. I disordini rivelano che il cuore agricolo del Venezuela è diventato una polveriera sociale e che persino i sostenitori del Partito socialista stanno perdendo la pazienza per il protrarsi della crisi economica che va avanti da 6 anni, alla quale si è aggiunta la quarantena imposta da Maduro per contrastare l’espandersi dell’epidemia da coronavirus. Dozzine di persone a Urachiche, Yaritagua e Chivacoa, hanno dichiarato alla stampa che ogni giorno per cavarsela non basta fare salti mortali. Sulla questione che ormai possiamo definire umanitaria, i funzionari del Partito Socialista sostengono che i problemi per la carenza di servizi pubblici è imputabile alle sanzioni statunitensi, intese a costringere Maduro a farsi da parte. Viste anche le recenti accuse di violazione dei diritti umani, sarebbe opportuno che lo facesse quanto prima. “I camion sono rimasti senza benzina e dobbiamo trasportare la merce in spalla. Una volta potevamo farlo con i muli, ma ormai ne sono rimasti pochi, la gente in mancanza di cibo, li ha mangiati” ha detto il camionista Carlos Pineda.