Povera martoriata Beirut, da sempre teatro di esplosioni, bombe e attentati. La deflagrazione di ieri ai magazzini portuali ha scosso la capitale ed è stata la più potente degli ultimi anni uccidendo per ora 100 persone e ferendone oltre 4000. Il capo della croce rossa libanese G. Kettaneh, ha aggiunto che ci sono ancora vittime e feriti ovunque. L’esplosione ha fatto rivivere i ricordi della guerra civile del 1975-1990 e delle sue catastrofiche conseguenze, con la città finita sotto le bombe dei raid aerei israeliani. Il presidente Michel Aoun ha convocato una riunione di emergenza del governo, ha detto che 2750 tonnellate di nitrato d’ammonio, usato nei fertilizzanti e confezionamento bombe, sono rimaste immagazzinate per 6 anni nel porto senza le necessarie misure di sicurezza, definendo la cosa inaccettabile. Ma quello che ancora manca è la versione ufficiale sulla causa dell’incendio che ha innescato l’esplosione. Una fonte di sicurezza e i media locali riportano che è stato innescato dai lavori di saldatura su un foro nel magazzino. L’incendio divampato alle 18 locali ha continuato a divampare nella notte nel quartiere portuale, tra un viavai di ambulanze e elicotteri. Molte le testimonianze tra le tante quella di un designer, Huda Baroudi. “L’esplosione – ha detto- mi ha riportato alla mente la visione a cui ho assistito nel 1983 contro l’ambasciata americana”. Intanto il ministro Hassan Diab ha assicurato che i responsabili saranno individuati e pagheranno a caro prezzo per il disastro causato. Disastro su disastro, danni per 5 miliardi di euro, il 50 per cento della popolazione che vive sotto la soglia di povertà, costretta in queste ore a lasciare le proprie case per la nuvola tossica di nitrato di ammonio che ha avvolto la capitale. L’esplosione è avvenuta tre giorni prima che il tribunale delle Nazioni Unite emetta il verdetto nel processo a quattro sospettati facenti parte il gruppo musulmano sciita Hezbollah per un attentato dinamitardo che nel 2005 ha ucciso l’ex primo ministro Rakif al-Hariri e altre 21 persone. Hariri è stato ucciso da un enorme camion bomba sul lungomare a 3 chilometri dal porto. Qualcuno insinua che ci sia stata la mano di Israele nell’esplosione di ieri, smentita seccamente da Governo che invece si è messo a disposizione per fornire assistenza medica e umanitaria. Anche l’Iran sciita, il principale finanziatore di Hezbollah, ha offerto il suo sostegno, così come l’Arabia Saudita, una delle principali potenze sunnite. Dalla Casa Bianca Donald Trump ha detto la sua “l’esplosione potrebbe essere stato un attacco”, ma due funzionari statunitensi hanno detto che le informazioni al momento disponibili sarebbero in contraddizione con quanto affermato dal Presidente.
- 11 Dicembre 2024 -