Nel vivo da domani, domenica 2 agosto, i solenni festeggiamenti in onore di Maria Santissima della Neve, patrona di Giarratana. Nella chiesa di Sant’Antonio abate, che ospita il venerato simulacro della santa patrona, prenderà il via il triduo di preparazione alla festa che, quest’anno, sarà presieduto da don Tonino Lorefice, parroco della parrocchia Madonna di Fatima di Scicli. Molto suggestivo il tema del triduo che concentrerà la propria attenzione su “Maria – Donna del silenzio”. Questi, intanto, gli appuntamenti di domani: alle 18,15, la recita del Rosario animato dal comitato dei festeggiamenti (Misteri gloriosi) mentre alle 19 è in programma la celebrazione eucaristica alla quale saranno invitate le mamme che hanno avuto la gioia di un figlio nel corso dell’anno. Alle 20, poi, è prevista la benedizione dei bambini e delle mamme sul sagrato della chiesa. Lunedì 3 agosto, sempre nella chiesa di Sant’Antonio abate, alle 18 ci sarà la preghiera del santo Rosario animato dal gruppo Unitalsi “Misteri gaudiosi con Bernadette”. Alle 18,30 la celebrazione eucaristica sempre nell’ambito del triduo di preparazione alla festa. Martedì 4 agosto, inoltre, è fissata la vigilia della solennità della santa patrona. Alle 16,45 ci sarà il suono a festa delle campane delle chiese cittadine e alle 17 l’esposizione del Santissimo Sacramento. Alle 17,30 la recita del Santo Rosario animato dalla San Vincenzo (Misteri dolorosi). Alle 18, quindi, la celebrazione dei Primi vespri nella solennità della santa patrona e alle 18,30 la celebrazione eucaristica. Secondo le disposizioni emanate dai decreti anti Covid-19, i posti a sedere in chiesa sono 88. I devoti e i fedeli sono pregati di munirsi di mascherina. Il programma della festa è sostenuto da Triumph di Corallo e Puma Events mentre a occuparsi della diffusione mediatica dell’evento è Confcommercio provinciale Ragusa. Il presidente Gianluca Manenti mette in evidenza la particolarità di questo evento religioso che merita di essere posto sotto attenzione per la capacità di esprimere la radice identitaria del centro ibleo.