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La strage di Via D’Amelio. In ricordo di Paolo Borsellino

Tempo di lettura: 2 minuti

Il 19 luglio del 1992  una terribile esplosione in via D’Amelio a Palermo spezzava la vita di Paolo Borsellino e di cinque agenti della sua scorta, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, , Vincenzo Li Muli,  e Claudio Traina. La tragedia è stata ricordata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Desidero ricordarli, rinnovando vicinanza e partecipazione al lutto inestinguibile delle loro famiglie». «A distanza di tanti anni – prosegue Mattarella – non si attenuano il dolore, lo sdegno e l’angoscia per quell’efferato attentato contro un magistrato simbolo dell’impegno contro la mafia, che condivise con l’amico inseparabile Giovanni Falcone ideali, obiettivi e metodi investigativi di grande successo. Borsellino – sottolinea il presidente – rappresentava, con la sua personalità e i suoi comportamenti, tutto ciò che la mafia e i suoi accoliti detestano e temono di più: coraggio, determinazione, incorruttibilità, senso dello Stato, conoscenza dei fenomeni criminali, competenza professionale.

Accrescevano la sua fama di magistrato esemplare la semplicità e la capacità di fare squadra, lontano da personalismi e desideri di protagonismo. Vi si aggiungeva la ferma volontà di andare avanti, di non arrendersi anche di fronte a rischi, ad attacchi, a incomprensioni e ostilità».

L’appuntamento del 19 luglio, tradizionalmente rivolto a bambine e bambini, ragazze e ragazzi quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria, non ha visto la loro animata presenza in via D’Amelio, ma restano forti le suggestioni. La mattinata, coordinata dalla professoressa Viviana La Rosa, è stata dedicata alle letture di testi, proiezioni video e alla proclamazione in diretta streaming dei vincitori del concorso nazionale «Quel fresco profumo di libertà (quinta edizione)», organizzato congiuntamente dal ministero dell’Istruzione e dal Centro studi «Paolo e Rita Borsellino»

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