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Covid-19. La fase 2…..di Michele Giardina

Piuttosto deludente, e sotto certi aspetti inquietante, il vademecum presentato in conferenza stampa dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus.

Soprattutto perché i titolari di attività commerciali e turistiche, i piccoli imprenditori, gli artigiani, i gestori di ristoranti, pizzerie, bar, pub, posti di ristoro e stabilimenti balneari, i barbieri, i venditori ambulanti, i giostrai, gli artisti, i lavoratori dello spettacolo e decine di altri lavoratori autonomi, si attendevano di più da un documento elaborato dalle trascendentali menti dei componenti il comitato di esperti guidato da Vittorio Colao.

Vuoi vedere che questi pensatori giganti dell’economia mondiale, nell’esaminare la realtà nella quale navigano i comuni mortali che vivono di pane, lavoro, fatica giornaliera, sacrifici e straordinaria voglia di andare avanti, nonostante tasse e balzelli vari, si sono trovati in difficoltà soprattutto perché non hanno idea di come si gestisce un bar, un ristorante, una gelateria, una sala da barba?

Questa la domanda balenata nella mente di milioni di persone che hanno assistito allibite alla girandola di parole zigzaganti confezionate dal premier Conte, tronfio come al solito e carico di adrenalina, mentre si beava di raccontare al popolo televisivo una storia fuori sacco rispetto al dramma che sta vivendo il Paese.

Questa volta, però, in molti, compresi quelli che di solito gli sono stati formalmente vicini, hanno preso le distanze dall’avvocato del popolo. A parte Meloni e Salvini, anche altri deputati e senatori della maggioranza come Renzi(ItaliaViva), il segretario del PD, Zingaretti, e  noti esponenti del partito democratico hanno aspramente criticato i provvedimenti indicati per la fase 2 della pandemia.

Conte, come era fatale che succedesse, si trova ad un bivio. Renzi, che ha già fatto la dura esperienza di passare sotto le forche caudine dei poteri forti targati Europa, ha capito che per Conte è arrivata l’ora X.

Berlusconi, che sa meglio di Renzi cosa sta succedendo, si è già ritagliato da qualche settimana il vestito del padre politico saggio, super partes, pronto a dare una mano per salvare il Paese, sapendo perfettamente che per Conte è finita.

Meloni e Salvini sono pronti più che mai a trasformare in consensi i danni e i disagi provocati da un governo improvvisato, frutto di un matrimonio di comodo, presieduto da un avvocato civilista, passato indifferentemente dalla guida di una coalizione formata da Lega e M5S ad un’altra formata da PD e M5S, con la semplicità di un esperto giocoliere o, se preferite, di uno spericolato saltimbanco.

Immaginare che tutto questo sia successo per caso sarebbe da idioti. Vuolsi così colà (Europa) dove si puote … Inutile fingere di scandalizzarsi.

Ora, quasi paradossalmente, la fine di Conte è legata alla task force da lui creata, presieduta da Vittorio Colao. Un mago? Di più. Lui è vicepresidente della lobby europea “Round tableof Industrialists”, organizzazione nata per tutelare gli esclusivi interessi delle grandi multinazionali.

Tra i membri di spicco di questa organizzazione troviamo Peter Sutherland della Goldman Sachs, ossia la banca che nel 2011 attaccò l’Italia, ed il presidente del controverso gruppo Bilderberg, il terribile Etienne Davignon.

Fra gli ambienti che frequenta Colao anche le grandi banche d’affari internazionali come la Morgan Stanley, dalla quale proviene il capo della task force istituita da Conte.

Il nome di Colao appare per la prima volta nelle liste del gruppo Bilderberg proprio nel 2018. Insieme a lui spicca il nome di Mariana Mazzucato, altro personaggio scelto dal presidente del Consiglio per la task force governativa.

A pensare male si commette peccato? Corriamo volentieri il rischio. Ci sembra alquanto strano che, meno di due anni fa, in quegli ambienti dell’alta finanza speculativa siano stati convocati proprio Colao e Mazzucato.

A questo punto ci viene un sospetto tremendo: da qualche parte qualcuno ha dato l’ordine di mettere l’Italia con le spalle al muro: riprendere a lavorare ora, rischiando di far aumentare il numero di contagiati e quindi di morti, o fermarsi per qualche mese ancora bruciando di fatto ogni residua speranza di ripresa economica.

Questa la trappola. Potesse il Paese garantire con finanziamenti a fondo perduto, abbattimento delle tasse e prestiti a tasso zero a lunghissima scadenza la vita delle persone e delle aziende, il problema della scelta obbligata non si porrebbe: la vita anzitutto.

Ma dovendo fare i conti con la realtà tremenda nella quale ci troviamo, con il governo nazionale senza soldi e il famoso sbarramento di fuoco europeo annunciato da Conte e cioè i miliardi promessi e concordati tra Mes e Recovery bond che arriverebbero fra 18 mesi, siamo tragicamente costretti a scegliere se morire ancora di Coronavirus o per fame.

Il dado è tratto: mettere in ginocchio il Paese e impadronirsi a prezzi stracciati dei nostri tesori. Difficile dire come andrà a finire. Uscire da questa trappola non è facile. L’Italia è un grande Paese. Di bellezza immensa. Questo il momento di dimostrarlo. Con i fatti. E con l’aiuto degli uomini di buona volontà e di Dio.

                                      

 

     

 

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1 commento su “Covid-19. La fase 2…..di Michele Giardina”

  1. Io mi chiedo ancora se serva una task force di 12 persone per fare 4 pagine di relazione (ho letto che si ratta di 4 pagine) e soprattutto quale sia stato il decisivo apporto di Colao…tutto quello che ha deciso Conte si era previsto già prima

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