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Solo una parte di somme promesse a Ragusa. Il Pd si interroga

“Lasciando stare il fatto che, rispetto ai roboanti annunci del governatore Musumeci, proclamati lo scorso 28 febbraio, quando erano stati promessi 100 milioni di euro ai Comuni siciliani per l’emergenza sanitaria, e tra questi circa 1,5 milioni di euro al Comune di Ragusa, solo in queste ultime ore si è appreso che sono arrivati, invece, complessivamente circa 30 milioni di cui, in quota parte, 440.000 euro per l’ente di palazzo dell’Aquila, c’è un’altra questione fondamentale da definire. E cioè quali saranno i criteri con cui il Comune di Ragusa distribuirà queste risorse”.
E’ il senso della recriminazione che arriva dai consiglieri comunali del Pd, Mario D’Asta e Mario Chiavola, i quali sollecitano il sindaco ad assumere delle decisioni conseguenti non prima, però, di un consulto necessario con il civico consesso. “E’ da un mese e mezzo – sottolineano i rappresentanti del Partito Democratico – che andiamo dicendo queste cose. Ma possibile che l’amministrazione comunale di Ragusa e la presidenza del Consiglio comunale, non si riescano a organizzare nella maniera dovuta per far sì che il civico consesso si riunisca utilizzando il sistema della conference call? Sembra davvero inverosimile. E, in ogni caso, quello che è necessario, in questa fase, è la definizione del percorso utile per stabilire quali devono essere i criteri per l’attribuzione delle somme in questione. Intanto prendiamo atto, e il sindaco lo certifichi, che, rispetto alle risorse economiche promesse, è in arrivo soltanto il 30%, vale a dire circa 440.000 mila euro. E tutto ciò dopo oltre un mese. Quindi, il Comune dovrebbe ancora ricevere il 70% di queste somme, vale a dire oltre un milione di euro. Vedremo quanto altro tempo ci vorrà. Occorre, però, predisporre uno specifico regolamento, individuando i requisiti, stabilendo se ci dovranno essere graduatorie e tutto ciò che serve per far sì che l’attribuzione delle suddette risorse economiche possa essere effettuata nella maniera migliore. E se poi, nonostante le buone intenzioni e le belle parole, arrivano segnalazioni di realtà condominiali che si dicono allarmate per il fatto che entro la fine del mese devono pagare ingenti somme riguardanti il canone idrico, allora c’è davvero più di qualcosa che non funziona e che merita di essere registrata. Ma non doveva essere tutto, o quasi, sospeso? Così aveva affermato il sindaco. Ed ecco perché l’unico luogo in cui ci si può confrontare su queste e altre tematiche del genere è il Consiglio comunale. E’ chiaro che, con riferimento alla stesura del regolamento, siamo arrivati in ritardo perché, nonostante l’amministrazione comunale sia da noi stata compulsata più volte a tal riguardo, non ha ritenuto opportuno muovere un solo passo lungo questa direzione. E, adesso, che cosa si farà? Come si interverrà? Come si deciderà di distribuire queste risorse? Per tutta questa serie di motivazioni, chiediamo che il civico consesso svolga il proprio ruolo di controllo, vigilanza e trasparenza da una parte, e di proposta dall’altro. E, soprattutto, chiediamo che, in tempi celeri, si definisca lo strumento del regolamento online che, secondo noi, è l’unico possibile per fornire garanzia di equità a tutta la cittadinanza che ha bisogno”.

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