Al Presidente della Regione Siciliana
Nello Musumeci
Sig. Presidente,
da collega giornalista pubblicista, doverosamente rispettoso della prestigiosa carica istituzionale da te rivestita, mi permetto di darti del tu.
So del tuo impegno profuso ogni giorno per scongiurare il propagarsi del virus che sta mettendo a dura prova la resistenza fisica e psicologica di milioni di persone e apprezzo la tua determinazione nel fare rispettare le disposizioni emanate a tutti i livelli per ridurre i rischi del contagio e sconfiggere definitivamente un nemico subdolo, pericoloso, resistente.
Vengo subito al dunque. Che riguarda la conduzione e la destinazione d’uso del Centro di primo soccorso – hotspot di Pozzallo, città dove vivo e risiedo da sempre.
La gestione del Centro pro immigrati è regolamentata da una convenzione sottoscritta tra il Comune e la Prefettura. Convenzione mai rispettata a nome di una emergenza senza fine.
Una specie di alibi buono per tutti i delitti. Commessi dallo Stato? Dalla Regione? Dalla Prefettura? Dal Comune?
Non so. Non saprei. Mi sono fatto qualche idea al riguardo e, da corrispondente da Pozzallo per il quotidiano “La Sicilia” di Catania, ed anche in qualche mio libro, ne parlo da anni. Ma non importa. La domanda che mi permetto rivolgerti a nome della laboriosa e pacifica città che ha dato i natali a Giorgio La Pira, è questa:
Premesso che i Centri – hotspot, come quello di Pozzallo, hanno la funzione di identificare e fotosegnalare i migranti soccorsi in mare e di ospitarli per due o tre giorni al massimo in attesa del loro trasferimento presso altri Centri di accoglienza di secondo livello, non si comprende per quale ragione la struttura realizzata nell’area portuale venga regolarmente adibita a funzioni altre, in aperta violazione di legge.
Aumm, aumm, all’alba di oggi (ore 5,00) cinquanta migranti sono stati trasferiti, probabilmente da Agrigento, nei locali dell’hotspot di Pozzallo.
E non è la prima volta. A parte il fatto che la struttura, alla faccia della convenzione, viene regolarmente adibita anche a Centro di accoglienza di secondo livello, ti sembra possibile in piena emergenza Coronavirus autorizzare trasferimenti e operazioni di questo tipo, in barba a decreti, circolari e regolamenti?
Chi decide cosa? Chi infrange la legge?
L’Hotspot di Pozzallo, come saprai certamente, il 23 febbraio scorso è stato perfino utilizzato per mettere in quarantena 246 migranti traghettati a Pozzallo dalla unità navale Ocean Viking.
Idea a dir poco temeraria quella di mettere in quarantena i migranti in un locale assolutamente inidoneo. E’ andata bene, grazie al cielo, ma comunque è stata messa a rischio la sicurezza sanitaria della città.
Ora, al fine di evitare il ripetersi di situazioni illogiche e inquietanti e di ristabilire un clima di serenità fra i residenti, chiedo un tuo cortese, immediato intervento.
Grato per l’attenzione, cordialissimi saluti.
Michele Giardina