In questo periodo di emergenza legato alla pandemia del COVID-19, uno degli argomenti più discussi è quello legato al vaccino dal coronavirus. È una corsa contro il tempo: sono circa 40 le aziende che a livello mondiale stanno lavorando a questa ricerca. Si ipotizza che già in autunno potrebbe esser pronto per personale sanitario e anziani, e successivamente l’anno prossimo inizierebbe la distribuzione di massa.
A dare queste belle notizie è il dott. Andrea Carfì, 50 anni scienziato che opera in America, vittoriese di origine. Carfì è il capo del team di ricerca sulle malattie infettive dell’azienda americana Moderna di Cambridge, Massachusetts, che per prima ha elaborato un vaccino di tipo sperimentale contro il COVID-19, e che attualmente lo sta testando su circa 45 volontari.
In un’intervista esclusiva all’Espresso, lo scienziato ha spiegato che «l’utilizzo della tecnologia dell’Rna ci ha permesso di andare molto rapidamente. Siamo cautamente ottimisti: l’obiettivo è arrivare alla fase 3 in autunno per ottenere l’approvazione del vaccino nel 2021».
Il dott. Carfì sottolinea, che visto lo stato di emergenza, le autorità potrebbero autorizzare la somministrazione in via eccezionale, anche prima dell’approvazione definitiva già nell’autunno 2020.
Andrea Carfì insieme alla sua equipe è ancora alla prima fase della realizzazione, «l’obiettivo – spiega lo scienziato – è dimostrare che il vaccino è ben tollerato e non causa effetti collaterali a dosi crescenti. Si potrà anche dimostrare che è immunogenico e produce gli effetti desiderati. Si tratta della fase iniziale per poi testare il vaccino in un numero di persone molto più ampio».
Grazie all’esperienza pregressa e i risultati ottenuti in precedenza sui vaccini contro altri virus della stessa famiglia, il team degli scienziati sono arrivati rapidamente ad effettuare il disegno del vaccino. «In meno di tre settimane abbiamo iniziato studi pre-clinici, dimostrando che il vaccino funzionava in vitro e abbiamo avviato gli esperimenti nei topi. Dopo solo quarantadue giorni dalla pubblicazione della sequenza siamo stati in grado di inviare il vaccino al National Institute of Health per iniziare gli studi clinici»
Per chiudere la fase uno, e passare alla progettazione delle altre fasi serviranno dalle sei alle otto settimane in cui verranno elaborati i dati della prima fase. L’azienda americana è fiduciosa che in autunno il vaccino possa essere distribuito per il personale sanitario, e poi gli anziani. La produzione di massa necessita di opportune autorizzazioni, è l’inizio potrebbe essere fissato già nel 2021. Lo scienziato sottolinea che «si sta lavorando su diversi fronti, incluso quello della produzione del vaccino su larga scala», cioè saranno prodotte milioni di dosi che verranno somministrate, dopo l’approvazione definitiva.