
La Sicilia vive di agricoltura. La provincia di Ragusa, in particolare, essendo la più a vocazione agricola di Italia, rischia una crisi senza precedenti. Il protrarsi dell’attuale situazione emergenziale legata alla pandemia del Covid-19 (coronavirus), sta mettendo a serio rischio la tenuta dell’intero comparto agricolo e, nello specifico, del florovivaismo. Ad accogliere le sollecitazioni in questa direzione, provenienti da numerosi imprenditori e dalle associazioni di categoria, il presidente della commissione Attività produttive all’Ars, on. Orazio Ragusa, che ha subito sollecitato in tal senso l’assessore regionale alle Politiche agricole, Edy Bandiera.
“Risulta, addirittura, per il florovivaismo – spiega l’on. Ragusa – il completo azzeramento delle vendite, aggravato anche dalla chiusura dei mercati ambulanti rionali. Il florovivaismo rappresenta oltre il 5% della produzione agricola totale, impiegando in Italia circa 100mila lavoratori. Sono necessarie misure eccezionali. Il Governo regionale deve fare partire urgentemente la richiesta al ministero per le Politiche agricole dello stato di crisi per il comparto agricolo e florovivaistico, prevedendo ristorni per le perdite documentate. A questo proposito è utile procedere a una prima stima dei danni predisponendo modelli di valutazione che i produttori potrebbero produrre, avvalorati da un’asseverazione da parte di tecnici agronomi”.
“Naturalmente – continua l’on. Ragusa – l’agricoltura non è il solo comparto interessato dalla crisi. La commissione Attività produttive della Regione è impegnata su più fronti. Servono misure veloci per le imprese. Ricevo continue sollecitazioni da parte di imprenditori, artigiani, commercianti che mi segnalano situazioni a dir poco preoccupanti. In alcuni casi, alla luce di un crollo totale del fatturato, le imprese si trovano a dover far fronte ai debiti precedentemente contratti con fornitori vari. Se non interveniamo subito, i fallimenti saranno diffusi e irreversibili. Le sofferenze bancarie rappresentano un pregiudizio per la stabilità del sistema economico e finanziario e necessitano di misure straordinarie per la loro gestione. Una soluzione potrebbe essere la creazione di misure di garanzia a supporto dei crediti e convenzioni mirate con gli istituti di credito. Infatti, le eventuali segnalazioni alla Centrale rischi, che potrebbero interessare, stando così le cose, migliaia di imprese siciliane, rappresenterebbero un vero e proprio vortice depressivo destinato a portare le stesse imprese al fallimento. Essere iscritto nel registro della Centrale rischi significa essere bollato come “cattivo pagatore” e le banche, tenute a consultare quel registro prima di erogare credito, non solo sarebbero costrette a negare i prestiti ma talvolta anche a pretendere il rientro dei crediti già erogati”.