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“I Pionieri”, romanzo di Luca Scivoletto, analizzato da Nele Vernuccio

Il titolo di questo interessante romanzo di Luca Scivoletto è “I pionieri “ , ma personalmente lo avrei intitolato “Come un bambino vede la politica “ . Il protagonista è Enrico Belfiore, figlio di Michele Belfiore sottosegretario della Regione Siciliana, “compagno” siciliano che abita in una città della Sicilia, definito il Paesone (è molto probabile che il protagonista con il paesone vuole identificare Modica), dove è nato Enrico.
Enrico sin da bambino seguì il padre, nei primi anni gli sembrò tutto un gioco, ma all’età delle scuole medie quando iniziò a seguire la Carducci capì veramente cosa fosse la politica, (il padre Michele definì l’istituto una cacata in quanto è stata costruita agli inizi degli anni ‘60 al posto di un convento per volere della Giunta municipale di quegli anni) -ciò mi fa ritornare in mente quello che è avvenuto agli inizi degli anni ‘60 a Modica con la demolizione della chiesa di Sant’Agostino-.
Enrico con il suo caro amico Renato per evitare che avessero favoritismi furono iscritti nel corso A, in quanto l’insegnante del corso B era una fiera comunista. Nel corso A trovarono la prof. Galota, fiera fascista accolta nella Democrazia Cristiana, la Galota ovviamente odiava i comunisti quindi i due ebbero dei dispetti.
Enrico al contrario di Renato nella sua infanzia non ebbe molte restrizioni come invece è stato per Renato che ha avuto più restrizioni per esempio era possibile guardare solo Rai 3 in quanto come tutti sappiamo fu la rete Comunista . Enrico non ebbe molte restrizioni in quanto il padre Michele era molto impegnato con il PC e non seguì più di tanto la sua adolescenza, la madre Luisa proveniente da famiglia di destra, divenne anche lei compagna, ma come si legge nel romanzo una compagna sui generis, pertanto non obbligava più di tanto Enrico a seguire le regole come doveva fare il suo caro amico Renato.
L’infanzia dei due continuò con alti e bassi con qualche cotta per qualche ragazza e tante altre cose ovvie della gioventù.
Un altro punto importante del racconto è quando alla caduta della Giunta democristiana, Enrico Belfiore per andare al Governo del Paesone fece l’alleanza con il Partito Socialista Italiano, Pietro Magenta padre di Renato, e fedelissimo di Enrico da fiero compagno non accettò l’alleanza con i socialisti, per obbedienza di partito votò a favore dell’alleanza, ma ciò gli causò un malore e morì. Quest’alleanza funzionò e Belfiore fu eletto sindaco.
Enrico si innamorò particolarmente di Alessia Lo Surdo, il quale era figlia di un acerrimo nemico della famiglia Belfiore, per il povero Enrico la falce e il martello crearono problemi anche a livello sentimentale .
Enrico e Renato seguendo le orme dei genitori si iscrissero e iniziarono a fare militanza nella FGCI (federazione giovani comunisti italiani). Enrico in sezione fece la sua prima proposta su dei film da proiettare in un cineforum, la proposta di Enrico non fu accolta molto bene in quanto propose film americani, ma l’emozione fu forte ugualmente, in quanto per la prima volta era lui a fare una proposta e non il padre.
Non mi dilungo oltre nella descrizione dei dettagli del romanzo perché perdereste il piacere di leggere il romanzo.
È evidente che Luca Scivoletto ha voluto scrivere un romanzo autobiografico, in quanto tramite Enrico ha voluto ripercorrere la sua infanzia trascorsa con il padre Il Senatore Concetto Scivoletto, nel contempo tramite Michele ha voluto ripercorrere la carriera politica del padre.
Questo romanzo ci va evincere che anche tramite un romanzo si può conoscere la storia e determinate vicende.
A mio avviso è giusto che noi modicani leggiamo questo romanzo, perché anche se con una storia romanzata ci dà la possibilità anche se non in prima persona, ma tramite la ‘penna ‘ del figlio di conoscere un personaggio importante nell’ambito politico modicano.
Nele Vernuccio

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