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Grotte di Chiafura, l’on. Ragusa: “No all’idea della Giunta municipale di Scicli di trasformarle in struttura ricettiva”

“Fa nascere più di qualche perplessità l’esito del workshop voluto con forza dall’amministrazione comunale per ridare un nuovo volto e un futuro all’aggrottato di Chiafura. Sì, stiamo parlando proprio di quel sito che ha sempre rappresentato un motivo di grande interesse per i grandi intellettuali, soprattutto quelli di sinistra, a cominciare da Elio Vittorini, Pierpaolo Pasolini o, ancora, Gian Carlo Pajetta, deputato comunista del tempo, che lo visitarono. Per non parlare di vere e proprie icone locali, come Tano Mormina, alfiere della sinistra cittadina, che di Chiafura ha raccontato la storia e le ricadute sociali, descrivendone le potenzialità, addirittura superiori, riportando le riflessioni di alcuni storici, a quelle dei Sassi di Matera. Se a questo uniamo un’altra perplessità, il fatto cioè che una Giunta municipale che si riconosce negli ideali di centrosinistra, anzi più di sinistra che di centro, ha deciso di attivare questa iniziativa con il chiaro intento di creare le condizioni per agevolare un investimento privato, ecco che si ha un quadro frastagliato e niente affatto semplice. L’obiettivo, alla luce del workshop in questione, sarebbe quello di trasformare Chiafura in una grande struttura ricettiva, proseguendo in un percorso, faccio riferimento all’ospitalità diffusa, per cui la nostra città, da anni ormai, sembra stia andando per la maggiore. I numeri, almeno, ci dicono questo”.
L’on. Orazio Ragusa interviene esprimendo il proprio dissenso rispetto al percorso avviato dall’ente di palazzo di Città. E spiega anche le ragioni: “Non possiamo cancellare tutto, non possiamo dare Chiafura in mano ai privati perché organizzino l’interno delle grotte sino a farle diventare delle camere d’albergo. Ricordo a tutti, compreso a me stesso, che il sito di Chiafura era abitato da gente sciclitana che, a un certo punto, si è trasferita al quartiere Jungi per potere contare su una condizione di vita migliore. Stiamo parlando di un sito che racconta la storia di un popolo, che riporta alla memoria il passato di generazioni di sciclitani. E che oggi la Giunta municipale vuole porre al servizio di un investimento privato, snaturando i percorsi effettuati, anzi cancellandoli completamente. Tutto ciò, a dire il vero, potrebbe pure risultare comprensibile se l’amministrazione avesse compiuto la ricerca di quei bandi tesi ad assicurare la realizzazione di un recupero funzionale del sito, rigorosamente pubblico. Poteva risultare giustificabile se questa ricerca avesse dato esito negativo. Ci risulta, però, che tutto ciò non è stato fatto tant’è che l’unico progetto presentato dal Comune è arrivato in ritardo e quindi non ammesso a finanziamento. Ma non voglio riaprire ferite e polemiche. Voglio soltanto mettere in evidenza che la triste vicenda legata alla creazione del Parco archeologico dei tre colli (San Matteo, Croce, Chiafura), lanciato proprio nella nostra città dal compianto assessore regionale Sebastiano Tusa, consentiva di aprire uno spiraglio di luce per trasferire su un piano nobile la chiamata proveniente a più riprese dal mondo della cultura”.
“Ad ogni modo – continua l’on. Ragusa – l’idea della privatizzazione arriva come un pugno allo stomaco che, tra l’altro, costituisce un vero e proprio affronto per la parte intellettuale della città. I maggiori esponenti della cultura locale, infatti, non sono d’accordo su questo modo di procedere da parte del Comune. Mi risulta, ad esempio, che lo studioso Paolo Nifosì abbia detto chiaramente di volersi porre in difesa della storia della nostra città. Ecco perché ribadisco che è indispensabile pensare a ideare un intervento a respiro pubblico, altro che privatizzazione”.
Proprio nei giorni scorsi, l’on. Ragusa ha incontrato il direttore generale dell’assessorato ai Beni culturali della Regione. E’ stato ribadito con forza che Chiafura è inserito, già da anni, nell’elenco dei luoghi della cultura della Regione. “Circostanza – sottolinea il deputato regionale – che può favorire la partecipazione dell’amministrazione comunale ai progetti a regia, vale a dire la messa a disposizione di fondi che l’assessorato sta cercando di erogare attraverso bandi tipo per far sì che i Comuni che hanno in animo di partecipare lo facciano individuando delle idee forza. Assieme al capogruppo di Forza Italia al Consiglio comunale di Scicli, Mario Marino, e al consigliere Enzo Giannone, abbiamo valutato, dunque, che è indispensabile porsi in maniera costruttiva, per quanto riguarda questi aspetti, nei confronti della Giunta municipale, con l’unico e importante obiettivo di salvaguardare il patrimonio culturale della nostra città. La partecipazione ai luoghi della cultura diventa propedeutica per potere concorrere ai bandi pubblici. E tutto ciò anche per interventi nelle aree adiacenti che consentirebbero di portare in giro questa cartolina della nostra città che merita, e su questo siamo tutti d’accordo, la massima attenzione. Gli scontri, le contrapposizioni istituzionali, ce ne siamo accorti, non fanno bene alla nostra città. Al di là delle posizioni politiche, e credo che il sindaco e l’intera amministrazione ce ne debbano dare atto, ci siamo sempre messi a disposizione di Scicli. E lo facciamo ancora oggi se si vuole dare il via a questo percorso che rilancerebbe in maniera importante, sul piano pubblico, le prerogative del sito storico di Chiafura”.
“E’ all’interno dei parchi archeologici – chiarisce ancora il deputato regionale – che dobbiamo inserirci se vogliamo compiere davvero un salto di qualità. Dobbiamo pensare in grande oppure rischiamo di orbitare nella mediocrità più assoluta. Dobbiamo tutelare la nostra storia perché è la storia che fa scuola e memoria, che ci garantisce il futuro. Ecco perché, in più, lancio l’idea della creazione di un tavolo della cultura composto da intellettuali e associazioni che operano anche nell’ambito ambientale e solidaristico. Ritengo che la politica debba abbracciare come modello di partecipazione e condivisione il pensiero della salvaguardia di identità di progetti che qualifichino e proiettino la nostra collettività come segno di testimonianza per le nuove generazioni. Lo dobbiamo ai nostri padri genetici e storici. Non sarebbe male neppure proporre un dibattito all’interno di una seduta aperta del Consiglio comunale, il massimo organo democratico della nostra città. Un dibattito da cui potrebbe scaturire la proposta che ci consentirebbe di lanciare la candidatura dei siti del Sud Est come capitale italiana della cultura. Affinché questi monumenti, proprio come nel caso di Chiafura, possano essere fruibili da tutti e non soltanto da pochi”.

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