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Pozzallo, scarcerati dalla Cassazione i due corrieri della droga bulgari. Trasportavano 11 tonnellate di hashish

Nel mese di novembre erano stati arrestati nel corso di un’importante operazione internazionale della Guardia di Finanza che aveva permesso di assestare un altro durissimo colpo al narcotraffico nel Canale di Sicilia. Georgiev Nikola Georgiev, 40 anni, e Kolemanov Ivan Barislavov, 42 anni, bulgari, avrebbero trasportato su una imbarcazione a vela, la “Leucothea”, battente bandiera olandese, circa 11 tonnellate di hashish. I due adesso sono stati scarcerati su decisione della IV sezione della Corte di Cassazione, per difetto di di giurisdizione, ed si trovano nel centro di espulsione di Caltanissetta. Il processo davanti al Tribunale di Ragusa è fissato per il 28 maggio.

Erano stati i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo e Ragusa, insieme a quelli della Tenenza e della Sezione Operativa Navale di Pozzallo, a mettere le mani sull’ingente quantitativo di hashish pari ad oltre 11 tonnellate, occultato a bordo del natante intercettato in mare dalle unità aeronavali del Gruppo Aeronavale di Messina.

Nel caso dell’operazione, le circostanziate informazioni fornite lo scorso 23 novembre dagli investigatori della Greco Galizia e dell’Udyco Central BrigadaEstupefacentes spagnole, reparti specializzati nel contrasto ai traffici illegali della criminalità organizzata, propagate dall’Esperto per la Sicurezza della D.C.S.A. presso l’Ambasciata d’Italia a Madrid, sono state, infatti, attentamente sviluppate dal Comando Operativo Aeronavale di Pratica di Mare, che prima con i propri mezzi aerei e poi con quelli navali, ha individuato dall’alto e sorvegliato la barca a vela “Leucothea”, un monoalbero di 19 metri.
Il natante era stato, successivamente, rimorchiato fino al Porto di Pozzallo per verificare e accertare i dati dello stesso e dell’equipaggio nonché quantificare lo stupefacente trasportato.
Erano stati rinvenuti 407 tipici sacchi di iuta contenenti otto differenti qualità di hashish, di cui alcune contraddistinte da suggestivi loghi o nomi, come una “croce verde” o il famoso motore di ricerca “google”, disseminati in ovunque.
La sostanza stupefacente sequestrata destinata ai consumatori europei, avrebbe potuto fruttare, al dettaglio, circa 100 milioni di euro.

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