Condizioni precarie nella parte bassa di Via Risorgimento a Ragusa. Firrincieli (M5S) lamenta condizione di provvisorietà

“Che fine ha fatto l’intervento di recupero della parte bassa di via Risorgimento a Ragusa, nel tratto che la collega con l’ospedale Maria Paternò Arezzo? Perché, a distanza di mesi da quando sono sistemati i jersey in seguito al disgaggio di alcuni sassi dai costoni rocciosi circostanti, nessun lavoro sembra ancora essere stato effettuato?”. A chiederselo è il consigliere comunale M5s Sergio Firrincieli dopo avere raccolto le lamentele degli automobilisti che a vario titolo transitano lungo la strada in questione dove il transito è consentito a corsie alternate e il traffico è regolamentato da un semaforo.

“Ci piacerebbe sapere, visto che i lavori di recupero erano stati disposti con urgenza dalla precedente amministrazione – continua Firrincieli – perché gli stessi non hanno ancora visto la luce com’era auspicabile che accadesse e per quale ragione non si nota nessuna attività da quelle parti. Così facendo si rischia di proseguire con questo stato di provvisorietà e rischiosità per chissà quanto tempo ancora. Circostanza non consentibile anche perché è un’arteria di straordinaria importanza per il fatto che, così come ho già chiarito, la stessa collega la città superiore e Ibla con l’ospedale Arezzo e quindi c’è la necessità che la stessa possa essere fruibile, dai dipendenti e dai familiari dei degenti, nella maniera migliore. Avevo già segnalato la questione in commissione Assetto del territorio di cui sono componente il 6 settembre scorso oltre che nella successiva seduta di Consiglio. Non dimentichiamo che il franamento, già grave e meritevole dello stanziamento di somme in urgenza come già detto, potrebbe aggravarsi irrimediabilmente alla luce delle abbondanti piogge che minano l’assetto idrogeologico di tutto il territorio. I jersey, infatti, non garantiscono sicurezza. Mi rivolgo al sindaco Cassì affinché verifichi lo stato procedurale e intervenga di conseguenza. Una cosa è certa. Così non si può proseguire ancora per molto”.

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