Sviluppare l’intera filiera della produzione della pasta di grano duro, sia per trovare maggiori sbocchi di mercato al cereale, sia per tutelare la pasta italiana dai sempre più frequenti attacchi conseguentemente alla globalizzazione dei mercati. E’ l’obiettivo che si pone il progetto di legge che ho presentato che reca norme per incentivare la coltivazione del grano duro sia dal punto di vista delle superfici coltivate e delle quantità prodotte, attualmente insufficienti, che per un miglioramento in termini di qualità del prodotto al fine di valorizzare le produzioni locali e garantire un beneficio economico sugli agricoltori. La Sicilia è tra le regioni maggiori produttrici di grano duro e vocata, da qualche decennio, al ritorno della coltivazione di antichi grani locali, di cui l’isola è particolarmente ricca. La rivalutazione di questi frumenti antichi amplia la gamma di prodotti trasformati rappresentando così un volano per piccole economie locali e una fonte di reddito in grado di migliorare le condizioni socio-economiche dei contesti rurali. La strada dei grani antichi e della loro filiera è però tutta in salita e c’è ancora tanto da fare per difendere dalle furberie questo patrimonio e tutelare gli attori della filiera da grani che poco o nulla hanno a che fare con quelli antichi.
Alla luce di ciò per promuovere la produzione, la diffusione e la commercializzazione della pasta di alta qualità nella mia proposta di legge, sottolinea Minardo, è prevista l’istituzione di un apposito consorzio che riunisce tutti gli attori della filiera per fissare le norme tecniche di produzione ad ogni livello. I consorzi, costituiti in ogni Regioni, promuovono le procedure per il riconoscimento dei diversi tipi di pasta, realizzati secondo gli usi e le tradizioni locali, come prodotti a denominazione d’origine protetta (DOP) o ad indicazione geografica protetta (IGP).
- 13 Ottobre 2024 -