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Santa Croce Camerina. Omicidio Loris, il padre di Veronica va a trovare la figlia in carcere: “Io le credo”

«Ci siamo detti di farci forza e andare sempre avanti, per la Cassazione, che si sarebbe fatta la vera giustizia, quella che cerchiamo noi. Io le credo». L’ha detto Franco Panarello, padre di Veronica, la mamma condannata in appello per la morte del piccolo Loris, alle telecamere de “La Vita in Diretta», il programma di Rai1 condotto da Francesca Fialdini e Tiberio Timperi. «Dopo le due versioni… ha sbagliato per paura… ora che dice la verità e non le crede nessuno, non lo vedo giusto» ha aggiunto.

Il padre è andato a trovare Veronica nel carcere di Torino: «Sono felicissimo di averla vista. Dopo 40 giorni l’ho riabbracciata e ci siamo detti tante cose. L’ho trovata abbastanza bene, ma deve fare ancora un pò di strada».

Quando Veronica l’ha visto «è rimasta senza parole – ha raccontato – non se l’aspettava. Ma io per lei faccio tutto. Come vado io a trovarla ci sono tante altre persone che vanno a trovarla e le vogliono bene. Un grazie particolare ad Anna, che è una seconda mamma per lei. E’ ancora in fase di inserimento, per le prime settimane è sola. Mi auguro che qualcuno apra le porte e la faccia socializzare. Perché lei aspetta anche quello. E’ socievole e vorrebbe che gli altri fossero socievoli con lei».

Il padre spiega che Veronica vorrebbe studiare: «Potrebbe disegnare, lei è stata alla scuola d’arte ed è bravissima, sa fare tante cose». Per quanto riguarda il figlio minore «il problema primario è sempre avere notizie, avere qualche foto. Da qualche giorno le è arrivata un’immagine sola. Non voglio criticare nessuno, ma una mamma vorrebbe un album da poter sfogliare». Di Loris, conclude il padre di Veronica, «ne parliamo sempre, tutte le settimane vado a trovarlo, ha sempre fiori freschi».

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1 commento su “Santa Croce Camerina. Omicidio Loris, il padre di Veronica va a trovare la figlia in carcere: “Io le credo””

  1. Io sono dalla parte di Veronica ed ovviamente dal padre, ho sempre sostenuto la sua tesi di innocente. Nella sentenza che l’ha condannata in questa estate all’ergastolo mi ha colpito molto l’immagine che i social hanno postato negli articoli e devo dire che mi ha suscitato una certa impressione: il dito puntato verso il suocero, l’abbiamo vista tutti, sapete che cosa significa puntare il dito in quel modo in termini psicologici? – Ti ammazzo – Ed appunto proprio questo ha gridato al suocero mentre la portavano via dall’aula, quel gesto diretto a lui è come se vibrasse nell’aria una lama di coltello.
    Questo vuol dire che c’è qualcosa di vero sotto, difatti la Panarello l’ha gridato con tutte le sue forze fino a scoppiare ad un pianto di rabbia. Ha fatto bene il suo avvocato a ricorrere in cassazione, non finirà così.

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