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L’economia secondo Giggino……….l’opinione di Rita Faletti

Ogni giorno che passa si aggiunge un tassello alla sciagurata azione di sabotaggio minacciata e pianificata ai danni del nostro paese dacché un’orda di nuovi barbari ha fatto irruzione nel Parlamento. Sono entrati in forze, con la forza di una propaganda menzognera e manipolatrice che non si è mai interrotta e diventa vieppiù gagliarda ogni volta che questi guastatori di professione (l’unica che sappiano svolgere) annusano un calo di consenso. Il duopolio gialloverde è all’opera da tre mesi e ha già rinnegato la natura purista delle origini. Incurante, a suo dire, delle poltrone, se le sta assegnando tutte con una sistematicità che se mettesse al servizio del bene del paese facendo quello che è necessario, riduzione del debito sovrano, lotta alle mafie, alla corruzione e all’evasione fiscale, cosette da poco, diventeremmo un paese normale e credibile. Non potendo fare nessuna di queste cose, pena la caduta verticale del consenso, specificamente del movimento stellato pro cittadini, il governo per il cambiamento asseconda le aspirazioni della parte peggiore del paese. Nemici dell’impresa, della crescita, dell’occupazione, della scienza, del mercato, eccetto quello sotto casa, delle banche, dell’Europa, inseguono l’unico obiettivo alla portata di chi è privo di competenze economiche, finanziarie, scientifiche, industriali e vuole ridurci tutti alla miseria attuando la decrescita felice invocata da Latouche. Aver lasciato a Giggino e ai grillozzi il dossier economia è stata una mossa che Salvini, tormentato dall’immigrazione, sta già pagando al nord, dove si era presentato nelle vesti di paladino degli interessi delle piccole e medie imprese. Protestano, gli imprenditori, che avevano iniziato ad assumere dopo i primi timidi segnali di ripresa. Saranno i suoi più acerrimi nemici. Unico argine alla dissennatezza della co-maggioranza di governo, il ministro dell’Economia Tria che non molla sulla tenuta dei conti. Imbarazzante nella sua schizofrenia, la situazione del premier Conte, costretto a conciliare la diversità di posizioni dei due vicepremier e, contemporaneamente, a fare l’avvocato difensore degli italiani, ruolo che profeticamente assunse per sé il giorno del suo insediamento, nel tentativo di contrastare le decisioni rovinose del suo stesso governo. Un assortimento di personaggi da morality, invasati, ognuno a modo suo, e in lotta permanente contro i peccati dell’umanità, gli stellati bilanciano l’ossessione salviniana per gli immigrati con l’ossessione per la giustizia occhiuta. Mettere le cose in ordine, indagare, spiare, nominare commissioni di inchiesta parlamentare, assoldare un agente provocatore che induca in tentazione il nemico politico da dare in pasto al circo mediatico-giudiziario per la sua distruzione, allungare i tempi della carcerazione preventiva, perché nessuno è innocente, come spiega Piercamillo Davigo, il loro idolo ispiratore. E non sarà perché loro, i puri, non si fidano nemmeno di se stessi? Honi soit qui mal y pense. La rinuncia alle Olimpiadi di Roma è una metafora della paura di infiltrazioni criminali e dell’inadeguatezza di chi vuole fermare tutto temendo di non essere in grado di controllare e prevenire. E’ l’inconfessata ammissione di incapacità, insieme all’assenza di una classe dirigente, che porta a rivolgersi a personaggi esterni, vedi il caso Lanzalone a proposito dello stadio di Tor Vergata. E l’assenza di una classe dirigente emerge ogniqualvolta il governo si trova di fronte a una decisione da prendere. Tav, Tap, e oggi Ilva. Non sapendo che pesci prendere e non volendo smentire se stesso e tradire i suoi elettori, Di Maio ha preferito convocare ben 62 rappresentanti di sigle al tavolo di confronto con Arcelor Mittal, piuttosto che assumersi la responsabilità di ministro dello Sviluppo economico. Contestato da sindacati e sindaci, ha trovato un sostenitore in Emiliano, il politico-magistrato che, rimanendo nel Pd, a più riprese ha contestato l’operato del suo partito e amoreggiato con i pentastellati. Il piede in due staffe è bassa insinuazione? Comunque, nonostante il nulla di fatto su Ilva, il vice premier grillino con quel tavolone può dire di aver fatto una prova generale di democrazia diretta, quella roba rudimentale che dovrebbe sostituire la democrazia rappresentativa e mettere la parola fine al Parlamento. Questo, almeno, è quanto sostenuto da Casaleggio, il capo dei miracolati, gli unici che per ora godano di un lauto reddito di cittadinanza. Ci sarebbe l’alternativa proposta dal comico: eleggere i parlamentari per sorteggio. Altra dimostrazione dell’assurdità di far decidere la gente comune con un click. Queste sono le trovate di chi ha l’impudenza di rappresentarci nel mondo. Speriamo ancora per poco. ritafaletti.wordpress.com

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6 commenti su “L’economia secondo Giggino……….l’opinione di Rita Faletti”

  1. “L’economia secondo Giggino”
    Ovvero l’opinione di una ignorante prevenuta.
    Se mi è consentita la stessa condotta dell’autrice del tema

  2. Ecco comparire di tanto in tanto il solito webete da tastiera, che fa dell’argomentazione il suo cavallo di battaglia.

  3. @misiddia71 (macari fussi veru)
    La Faletti fa una disamina dei 60 giorni di governo del Ministro Di Maio e fin qui ineccepibile e nulla in contrario, aggiungendo guai se non ci fosse lo spirito critico, ma poi leggo un irrispettoso “Giggino”, “nuovi barbari”, Guastatori di professione”, “grillozzi” confermando e contestualmente squalificano il suo parere, che potrebbe essere condiviso o meno?
    Le consiglio di aggiustare la sua mira, qualora io fossi il suo bersaglio.
    Le ricordo che la gente potrebbe anche intendere e travisare il suo commento anche nei confronti dell’autrice visto che anch’essa si serve di una tastiera per lanciare strali e insulti pregni di rabbioso rancore

  4. Giggino il fantoccio belloccio non capisce una beneamata né di economia, né di finanza, né di politiche del lavoro: se ne stanno accorgendo tutti nelle mani di chi si sono messi, se ne accorgerà anche lei tra non molto…
    decrescita felice, minchiate sociologiche postsessantottine francesi con infarinature di economia urbanistica malintesa: trasformare l’Ilva nel bacino della Rühr, ci illumina Grillo
    Idee prese qua e là, senza nessuna cognizione di causa: anche Renzo Piano, come tanti altri, comincia a prendere le distanze dal suo amico comico.
    Alla prova dei fatti si rivelano per ciò che sono, dei gran cazzari puledri.

  5. Mai l’Italia si era trovata nelle mani di gente tanto incompetente, con l’aggravante che ci si trova in un momento di grave crisi e difficoltà politiche a livello internazionale. Gli italiani si sono affidati al NULLA, sotto lo slogan che pensano di non aver nulla da perdere: VEDRANNO!

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