“Dopo le frasi di circostanza e il solito discorso sull’Europa che “ha il dovere di agire con solidarietà e azioni concrete”, una collega giornalista, entusiasta del parere positivo espresso sull’hotspot da alcuni componenti la delegazione, debutta con questa fantastica domanda: ”Che ne pensate di proporlo come modello da imitare?”
La sala è muta. Né applausi, né fischi. Passiva. Come succede spesso in questi casi. Quando invece bisognerebbe parlare, dire, alzare la voce, denunciare, protestare, invitare lo Stato (altro che domande ruffiane) ad essere “più serio”, al di là di parate e di incontri del nulla, che non vanno mai oltre le parole, i buoni propositi, gli annunci.
Più folte le Commissioni, ed anche più costose, più grande la delusione. Settanta gli esperti di problematiche migratorie che hanno visitato il Centro-hotspot, ove in quel momento gli ospiti erano solo 66!
(…) Imbarazzante e triste assai il surreale suggerimento di indicare al Paese l’hotspot di Pozzallo come modello da esportare (Sic!).
Hai mai visto i locali? Hai una sola volta intervistato uno degli ospiti? Hai parlato con qualcuno degli operatori e degli addetti ai lavori? Hai letto anche solo per sommi capi la relazione-denuncia negativa redatta sull’hotspotdi Pozzallo da Medici Senza Frontiere, trasmessa a dicembre 2015 alla Commissione del Senato a Roma che vigila sulle strutture di accoglienza?
Possibile che in sedici mesi l’hotspot, dopo la durissima denuncia di Medici Senza Frontiere che ne chiedeva la immediata chiusura, sia diventato “esempio da imitare?”
Hai saputo delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, su mandato della Procura della Repubblica di Ragusa, relative alla gestione del Centro di primo soccorso per gli anni 2013 e 2014 che si sono conclusecon il rinvio a giudizio di alcuni dipendenti comunali con l’accusa di concorso in truffa e frode nelle pubbliche forniture?
Queste le domande spontanee che si saranno accavallate nella mente dei pochi cittadini comuni presenti in sala fra ossequiosi addetti ai lavori e autorità”.
(pagine 130 – 132 del libro “Mal di Mare”).
Di questi giorni, con riferimento al Centro-hotspot di Pozzallo, la notizia che il 12 settembre 2018 è stata fissata la prima udienza del processo per presunta truffa e frode sulle pubbliche forniture a carico di cinque dipendenti comunali di Pozzallo.
1 commento su “Hot spot Pozzallo. ”Che ne pensate di proporlo come modello da imitare?””
Ben detto
Chissà se è possibile sapere se i volontari percepiscono soldi e in che quantità
Dal massimo incaricato all’ultimo preposto
vogliamosapere