
Siracusa/Pachino, 05 Dicembre 2025 – Si è concluso con l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” il lungo incubo giudiziario che ha coinvolto l’ex sindaco Paolo Bonaiuto nell’ambito del procedimento denominato “Maschere Nude”. La sentenza è stata emessa mercoledì scorso dal Tribunale, composto dai magistrati Antongiulio Maggiore, Giulia D’Antoni e Martina Belpasso.
Le indagini, avviate e concluse nel 2016 per il reato di concussione in concorso, erano state presentate dagli organi inquirenti come “una complessa ed articolata attività investigativa, supportata da intercettazioni telefoniche ed ambientali”.
«È la fine di un incubo che ha messo a durissima prova la tenuta mia e della mia famiglia. Mio figlio ha pianto quando ha saputo della mia assoluzione», ha dichiarato Bonaiuto, visibilmente sollevato.
L’accusa verteva sull’ipotesi che Bonaiuto avesse fatto parte di un gruppo volto a costringere un imprenditore, che aveva effettuato un servizio per l’Agosto Pachinese 2012, a versare una tangente sotto la minaccia della mancata emissione del mandato di pagamento.
«Quando seppi di essere indagato sono entrato in un cono d’ombra», racconta l’ex sindaco, che ha sempre sostenuto la sua completa estraneità ai fatti. «Come dissi allora e ribadisco adesso: io non centravo nulla, ero del tutto estraneo. Ho sempre avuto massima fiducia nella Magistratura e la sentenza conferma di aver riposto questa mia fiducia in buone mani».
Nonostante il “fango” ricevuto, come lo definisce Bonaiuto, i giudici hanno ristabilito la verità, pronunciando la migliore formula possibile: assoluzione perché il fatto non sussiste.
L’avvocato Pinello Gennaro, che ha difeso l’ex sindaco, ha illustrato alcuni passaggi chiave del dibattimento. «Non c’era nulla contro Bonaiuto e tutti i funzionari comunali sentiti in udienza hanno confermato che il mio assistito non aveva commesso alcun reato, né da solo né in concorso. Tre responsabili d’area lo hanno escluso».
L’avvocato Gennaro ha inoltre sottolineato un elemento fondamentale per l’esito del processo: «È opportuno segnalare un passaggio ulteriore: lo stesso pubblico ministero, Andrea Palmieri, ha chiesto l’assoluzione». Gennaro ha concluso esprimendo gioia per il risultato, pur comprendendo “le amarezze, profonde, che ha dovuto subire, insieme alla sua famiglia”, il suo assistito.













