
Modica, 22 ottobre 2025 – E’ stato pubblicato in questi giorni il volume del dr. Carmelo Cataldi dal titolo: “I Grimaldi (Caser) di Modica. Una saga famigliare e una Città in cinque secoli di storia”, che pone fine ad un’annosa questione aperta nel mese di ottobre del 2017 in occasione della visita di S.A.S. il principe Alberto II di Monaco, che secondo alcuni veniva a cercare a Modica le proprie origini famigliari.
In quell’occasione si confrontarono, con toni accademicamente abbastanza accesi, due tesi: una affermativa, ad opera dei diretti interessati alla visita del Principe ed alla vicinanza che si voleva ancora una volta tentare tra i Grimaldi di Modica e quella di Monaco e Genova, e una contraria e rivoluzionaria rispetta alla tesi che incombeva artatamente sulla verità storica e cioè che i Grimaldi di Modica non erano Grimaldi ma un’altra famiglia originaria dalla Spagna.
Negli anni queste posizioni sono alla fine quasi convenute sul fatto che i Grimaldi modicani non erano quelli che si immaginavano e si consideravano tali dal Cinquecento e fino alla venuta del principe Alberto II, ma ancora non si era documentata storicamente e disvelata nella sua complessità genealogica, nobiliare e sociale tutta la vicenda storica.
Finalmente con questa opera del dr. Cataldi si squarcia un velo su una verità storica che per secoli, volutamente o inconsapevolmente, è stata tenuta nascosta dietro l’ovvietà della pregressa storia raccontata, anche agiograficamente, nei secoli e ultimamente, in ordine di tempo nel 1925, da Vincenzo Giardina con la sua opera: “La Famiglia Grimaldi”.
Ma la verità storica è come una molla e alla fine ritorna indietro con tutta l’energia e intensità della forza posta a comprimerla.
L’opera, dunque, che vede la luce dopo anni di studi archivistici e bibliografici, ad un secolo esatto da quella scarna e viziata (inconsapevolmente) dal peccato originale sulla famiglia, perchè ancora una volta agiografica, di Vincenzo Giardina, risulta essere una pietra tombale sull’annosa diatriba relativa all’origine della famiglia Grimaldi di Modica, seppur Raffaele Grana Scolari, nella sua opera: “Cenni storici sulla città di Modica” (1895) aveva già posto, in maniera larvale, la questione della presunta originaria “impostura”.
In essa, in circa 300 pagine, si ripercorre quella che è stata l’iniziale tormentata vicenda e l’emergere della verità scomoda sulle esatte origini della famiglia Grimaldi, ossia la Caser di Medina del Campo (E), di Modica, innestatesi come detto a ridosso della visita del Principe Alberto II di Monaco a Modica, soprattutto a seguito della spinta archivistica presentata da Francesco Pellegrino quando ebbe a presentare il suo volume: “Giuseppe Grimaldi, Cavaliere di Nostra Signora di Montesa”, con cui ebbe ad identificare, per la prima volta, l’esatta identità del patriarca della Famiglia(Caser/Grimaldi) ossia Francesco Caser di Medina del Campo, della moglie Francesca de la Peña, del figlio Agostino e del nipote Giuseppe, che inconsapevolmente e necessariamente disvelò la mistificazione genealogica, voluta dal padre Agostino e oggi ultrasecolare, della propria famiglia, nella presentazione del dossier per essere cooptato nell’Ordine di Nostra Signora della Montesa nel 1591.
Nell’opera, sempre sulla scorta della documentazione genealogica, archivistica e bibliografica, si certifica l’origine e lo sviluppo della famiglia Caser, poi Grimaldi, partendo dalle rispettive origini lombarde, genovesi e spagnole (quindi non genovesi, ovvero non solo genovesi) e per tutto il Cinquecento e fino al Seicento, quando essa si radica nell’ambito di una modestissima “aristocrazia” emergente da una medio/alta borghesia amministrativa nella Contea di Modica. Con il Settecento e l’Ottocento l’autore documenta lo sviluppo sociale e patrimoniale dei rami rimasti a Modica e di quello, l’originario, il primo ramo, spostatosi con Giovanni Grimaldi Scalambro prima a Scicli, poi a Mineo e quindi a Catania, dove ancora oggi risulta esistente e prospero.
Diversi sono i profili innovativi, sia sul piano storico generale e famigliare, ma un focus particolare l’autore lo riserva all’approfondimento di alcune biografie di membri della famiglia Caser (Grimaldi) poco conosciuti e la cui immagine e importanza fu piegata, oscurata, a Modica, da interessi particolari e personali di membri del ramo in auge nel Settecento (Enrico, il figlio Grimaldo e il nipote Michele).
Si da infine così merito a quel ramo che divenne nell’Ottocento modicano “la Famiglia Grimaldi” di Modica (che oggi dovremmo indicare come Caser) ovvero quello dei Calamezzana a cui appartennero i “giganti dell’Agronomia e della Fisica”, ossia i fratelli Clemente e Giovan Pietro Grimaldi dei nobili di Calamezzana.
A questo ramo appartennero tutta una serie di personaggi, alla “storia modicana” della famiglia Grimaldi (Caser) sconosciuti, che furono stelle di prima grandezza nei rispettivi campi di impegno storico e sociale, ad esempio Francesco Grimaldi Rosso e soprattutto Michele Benedetto Sardi ministro plenipotenziario del re Ferdinando III di Sicilia presso il Gran Maestro di Malta, ramo famigliare in forte contrasto con quello che contestualmente dominava la scena modicana tra Settecento e primi anni dell’Ottocento e che ebbe termine con Michele Grimaldi Vassallo.












