
Alle 6:30 del 7 ottobre 2023, circa 20-30 terroristi di Hamas piombarono con parapendii motorizzati tra i giovani che stavano ballando nel deserto del Negev. 378 furono massacrati, 44 presi e portati a Gaza tra grida di tripudio dei palestinesi e ringraziamenti ad Allah di giornalisti e fotoreporter che riprendevano la scena. I fiancheggiatori di Hamas. Il 22 settembre scorso, un deltaplano munito di bandiera palestinese con accanto la scritta allusiva “Do you remember?”, volteggiava su Calenzano mentre nella cittadina toscana si stava svolgendo una manifestazione filo palestinese. La macabra esibizione aerea, di chiara natura antisemita, veniva accolta con grida di tripudio dai terragni sostenitori di Hamas, e al deltaplanista, Giuseppe Flavio Pagano, sui social “Dejalanuit”, apprezzatissimo dall’associazione Cravos, tra le più sfegatate sostenitrici pro Pal, si aprivano le porte dell’Università di Pisa, per parlare di Palestina. Quando? Proprio oggi, giorno in cui Israele commemora il secondo anniversario dell’attacco criminale al Nova Festival. All’evento dovevano partecipare ospiti illustri, tra cui Francesca Albanese, che non ha bisogno di presentazioni. In caso contrario, se accostiamo il profilo di Pagano, che tempo fa propose assalti veri e propri contro luoghi simbolici come l’ambasciata americana, al profilo di Albanese, si può avere un’idea circa il contenuto e la qualità dell’incontro. Un’occasione perduta, ahimè, perché il rettore dell’ateneo ha ritenuto il 7 ottobre una data inappropriata. Albanese, contrariata, ha così commentato: “Crediamo che le università debbano essere luoghi aperti al dialogo rispettoso e alle discussioni complesse. Quando non adempiono a questo ruolo l’integrità della libertà accademica è minacciata”. Ne siamo certi, ma detto da lei viene da ridere. Invitata con tutti gli onori dal sindaco di Reggio Emilia, la signora ha rimproverato il primo cittadino per aver nominato gli ostaggi israeliani e si è fatta promettere che non lo farà mai più. Ospite di Aprile e Telese, si è alzata immediatamente quando è stata citata la posizione di Liliana Segre sul genocidio. “Se hai un tumore vai dall’oncologo, ha detto, non da una sopravvissuta all’Olocausto”. Albanese ci ha offerto un esempio del perfetto cattivo maestro. Il problema però non è suo, ma di chi pende dalle sue labbra. Le sinistre radicali la considerano il loro idolo. Per il Pd è solo un santino.













