
Domenica le Marche hanno dato inizio alla stagione delle regionali, riconsegnando l’incarico di governatore a Francesco Acquaroli, FdI. Un voto locale conta per quello che è: locale. Versione alternativa: un voto locale riflette il sentiment nazionale. In base alle aspettative e all’esito, può capitare che ci si affretti ad abbracciare la prima o la seconda versione. Il contendente di Acquaroli per il campo largo era Matteo Ricci, già sindaco di Pesaro e dal 2024 europarlamentare per il Pd. Lo abbiamo visto arrivare al seggio in maglietta e jeans e un largo sorriso che comunicava la sicurezza della vittoria. “La destra sa solo nascondersi dietro Meloni. Vinceremo.” Vincerà, abbiamo pensato. Dopo tanto impegno e tanti incontri, dopo aver ascoltato questo e quello, prestato attenzione a lamentele, richieste e consigli, le solite cose che in campagna elettorale non si negano a nessuno, non può non vincere. Macché. Enrico Mentana, esperto in estenuanti maratone, ha dato l’annuncio: Francesco Acquaroli vince con il 52%, Matteo Ricci perde con il 44%. Delusione profonda nel campo largo e dispiacere di Schlein per il gran lavoro di tutti. Dal palco, sventagliando la bandiera palestinese, Ricci aveva persino promesso che se avesse vinto la sfida, avrebbe immediatamente riconosciuto lo Stato della Palestina. Non ha funzionato. I marchigiani non si sono riconosciuti in quei colori e hanno ritenuto che la Palestina non sia affare che li riguardi. “Un voto locale è solo un voto locale”, hanno commentato dal campo largo. Visto mai che si pensasse che le Marche, poco più di 1 milione e quattrocentomila abitanti, rispecchino la situazione del Paese. Un pensiero che la segretaria scaccia via come una mosca molesta. Tutt’altro clima si è respirato dalle parti della maggioranza che, a ragione, ha festeggiato non solo il due volte governatore Acquaroli, che evidentemente ha fatto del suo meglio per meritarsi la vittoria, ma ha ringraziato la fortuna di avere una premier come Giorgia Meloni, riconosciuta nel mondo come affidabile e solida, capace di tenere unita una coalizione nonostante le differenze tra le forze politiche che la compongono. “Una signora leader, ha detto qualcuno, una figura carismatica e capace di guidare con fermezza, che la sinistra sarebbe ben felice di avere”. Ma deve accontentarsi di Elly Schlein.
1 commento su “Dalle piazze alle urne, la voce delle regioni…l’opinione di Rita Faletti”
Violazione del diritto internazionale.
Israele compie atti di terrorismo su imbarcazioni di tantissimi stati del mondo.
Gli attivisti pacificamente si lasciano arrestare.
Tutto il mondo protesta ma gli stati sono impotenti.
È l’inizio di una rivoluzione pacifica… forse
Tutti ci saremo, da una parte o dall’altra.
Amo Modica, buona vita